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Curiosità | 10 luglio 2018, 19:01

I 54 volontari di Mirabilia a Busca, una storia da raccontare

Divisi in Piccoli e Driver. I primi avevano il compito di tamponare le emergenze, i secondi hanno accompagnato gli artisti in arrivo e in partenza agli aeroporti e alle stazioni e hanno percorso in tutto 3.340 chilometri

I 54 volontari di Mirabilia a Busca, una storia da raccontare

Prima di tutto occorre citare le associazioni di volontariato che hanno fatto letteralmente gli “straordinari” durante i sei giorni di  Miriabilia&Musicando, impegnando in più turni a ciclo continuo  i volontari: la Protezione Civile, il gruppo Sai dell’AnC, il Comitato locale della Croce Rossa e anche gli immancabili soci dell’Ana cittadina, gli Alpini che hanno preparato la polentata del venerdì sera. Grande merito, poi, all’associazione ProMusicando di Villafalleto che ha ideato e organizzato Musicando e Busca Buskers nei tre giorni del week-end. “
 
Inoltre, desideriamo dedicare un capitolo a parte alle “Magliette Arancioni”, guidate dai ragazzi “veterani” della scuola Circo d Flic di Torino, che accompagnano il festival Mirabilia dalle scorse edizioni.
 
Il gruppo di una cinquantina di volontari, “privati cittadini”, in prevalenza buschesi ma in parte provenienti anche dalle città limitrofe, fra cui Cuneo,  che è nato per l’occasione è stato coordinato da Alberto Aimar, animato da uno spirito di iniziativa che deriva tra l’altro dalle sue esperienze al Meeting di Rimini.
 
E’ lui che ci racconta come sono andate le cose: “Non importa cosa farete, ma come sarete: questa è l’idea che ha accompagnato i 54 volontari che hanno risposto alla chiamata lanciata in vari modi poco tempo prima dell’avvio della manifestazione - esordisce Aimar -. Al primo incontro, una settimana prima del Festival, ci siamo divisi in due gruppi, i Piccoli ed i Driver. I Piccoli erano costituiti prevalentemente da ragazzi non ancora patentati, che avevano il compito di tamponare le emergenze, i Driver dovevano principalmente andare a prendere e riaccompagnare gli artisti in arrivo e in partenza agli aeroporti di Torino e di Milano e alle stazioni ferroviarie di Torino, Savigliano, Fossano e provvedere al loro trasporto dai luoghi di soggiorno ai luoghi degli spettacoli.
 
“Il primissimo test – ricorda - è stato l’allestimento del Palazzetto dello Sport a dormitorio. Qui è stata fatta la pulizia di base, stesa la moquette di protezione e sono state montate 92 brandine. Abbiamo subito capito che stava accadendo qualcosa di nuovo e molto positivo, perché i 14 ragazzi e ragazze hanno lavorato con un’attenzione e una cura inattesi e in meno di due ore hanno completato l’incarico alla perfezione. Da lì in poi è stato un crescendo, ad iniziare dalla gestione totale del Circo Campeggio di parco Francotto: una presenza dal mercoledì alla domenica dalle ore 10 del alle 20, con turni di 3 ore, ad accogliere i campeggiatori, registrarli, fotografare i documenti, distribuire i braccialetti identificativi e segnare eventuali malfunzionamenti. Il tutto sempre in un clima di cortesia e accoglienza che ha colpito molto positivamente i variopinti frequentatori.
 
“Gli altri compiti svolti dai ragazzi con le magliette arancioni sono stati i più vari: chi allestiva i buffet, chi strappava i biglietti all’ingresso degli spettacoli, chi dava una mano per lavare i palchi degli chapiteaux, chi aiutava ad allestire le scenografie, soprattutto al Roccolo, chi faceva da interprete, chi spostava tavoli, sedie, panche…
 
“La cosa meravigliosa
– vuole rimarcare Aimar - era che se capitava un’emergenza, bastava uscire in centro città e chiedere aiuto e sempre si trovava chi era pronto a inventare lì per lì una soluzione, come quando abbiano chiesto al Toro Club di prestarci la tv, detto fatto.
 
“Le pulizie al Palazzetto in pausa pranzo, i biglietti della Lotteria da vendere, l’allestimento del trenino turistico con i pannelli pubblicitari delle ditte che hanno sostenuto il Festival, il dislocamento delle auto che servivano da sbarramento ma scelte in modelli nuovi e accattivanti contribuivano al miglioramento scenico: tutti aspetti della grande kermesse che ci ha fatto sentire coinvolti.
 
“Mentre i Driver a qualsiasi ora del giorno e della notte provvedevano agli spostamenti degli artisti (percorsi 3.340 km con auto e pulmini guidati dai volontari) e coglievano l’occasione per avviare con loro un rapporto che li faceva vivere davvero lo spettacolo da protagonisti. Sono nate così nuove amicizie.
 
“Anche al termine del Festival, quando la stanchezza e l’entusiasmo sembravano venire meno, i volontari non hanno ceduto di un millimetro e hanno poi collaborato ancora al ripristino delle location e realizzare un sondaggio fra gli operatori commerciali per avere un report sul gradimento dell’evento.
 
“Mi sento di poter dire
- conclude il coordinatore – che in quei giorni abbiamo sentito vibrare dentro il cuore una possibilità di bene e di bellezza, che abbiamo contribuito poi a concretizzare. In molti si sono spesi con fiducia in un momento che poteva, per alcuni aspetti esterni alla città, risultare critico”.
 
Grazie è la parola che sta bene qui, a conclusione.

cs

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