Economia - 20 luglio 2018, 17:45

Primi segnali positivi per l'edilizia dal 2013, Confindustria: "Clima generale positivo, ma c'è un calo sulla redditività" (VIDEO)

Bene l'export e cala il ricorso alla cassa integrazione. L'utilizzo degli impianti è in crescita e ha superato il 75 per cento. Un altro aspetto positivo è la riduzione dei tempi di pagamento che sono di 80 giorni in media

Venerdì 20 luglio Confindustria Cuneo ha tenuto la terza conferenza trimestrale del 2018 per illustrare le previsioni delle imprese cuneesi. Il presidente Mauro Gola e la direttrice Giuliana Cirio hanno spiegato i risultati di un'indagine congiunturale di previsione realizzata a giugno su un campione di trecento imprese associate.

Nell'indagine, Confindustria ha chiesto alle aziende se fossero ottimiste o meno riguardo a determinati indicatori economici. Le imprese che si definiscono ottimiste sono di più di quelle pessimiste, così come nel rapporto del trimestre precedente. La differenza tra ottimisti e pessimi però è in calo. L'unico dato in cui ci sono più pessimisti è quello relativo alla redditività che è passato dal meno 1,1% al meno 1,9%.

Gli altri campi in cui sono state intervistate le trecento imprese sono la produzione totale, i nuovi ordini, gli ordini export e l'occupazione. La differenza tra ottimisti e pessimisti a proposito della produzione è passata dal 20,8 al 12 per cento. Quella per i nuovi ordini è passata dal 19,8 al 10,3 per cento e quella per l'occupazione dal 12,3 al 9 per cento. Rispetto all'export invece le aspettative sono migliorate e il saldo ottimisti-pessimisti è cresciuto dal 6,7 al 9 per cento.

Altri dati sono che il ricorso alla cassa integrazione è in forte calo. Adesso interessa il 3,9 per cento delle aziende. Il trimestre scorso interessava il 7,1 per cento delle aziende e a inizio anno il 12,6. L'utilizzo degli impianti è in crescita e ha superato il 75 per cento. Un altro aspetto positivo è la riduzione dei tempi di pagamento che sono di 80 giorni in media.

"Dopo un secondo trimestre davvero ottimo" - ha dichiarato il presidente di Confindustria Cuneo Mauro Gola - "con indicatori in ascesa, anche a doppia cifra, rispetto all'inizio dell'anno, registriamo ora un piccolo passo indietro. Il 2018 continua a essere un anno positivo, ma si avverte un ritmo di crescita in rallentamento nell'area euro che coinvolge anche l'Italia".

Poi ha aggiunto: "Pesa l'incertezza sulla concreta implementazione delle linee di politica economica annunciate dal Governo, così come la stretta sui dazi di Trump. Ma al momento la crescita del Pil all'1,2 per cento per il 2018 resta confermata dai principali istituti di ricerca. Anche in Piemonte si registra un indebolimento del clima di fiducia. Nella Granda, a trainare le performance delle imprese è di nuovo l'export".

L'analisi settoriale condotta da Elena Angaramo - responsabile del Centro Studi Confindustria di Cuneo - ha mostrato che le imprese dei settori alimentare, metalmeccanico e chimico della gomma plastica hanno espresso le attese più favorevoli. Per quanto riguarda l'alimentare l'ottimismo è dovuto alla stagionalità delle produzioni. Le buone aspettative della metalmeccanica e della chimica invece sono in contro tendenza rispetto al clima di incertezza internazionale.

Per la prima volta dal 2013 anche l'edilizia dà indicazioni positive. Il disavanzo tra ottimisti e pessimisti è passato dal meno 4,8 per cento al 5,9 per cento nelle aspettative sulla produzione e dal meno 9,5 per cento al 5,9 per cento nelle aspettative legate all'occupazione. Questi dati però vanno presi con cautela e secondo Confindustria Cuneo è ancora presto per parlare di ripresa. Ancora difficoltà di settore da segnalare nel campo della grafica, stampa e dell'editoria.

Anche le imprese dei servizi sono ottimiste, ma più caute rispetto al trimestre scorso. Le più positive sono quelle dell'innovazione, dei trasporti e logistica e del comparto utilities. Un altro dato interessante è quello relativo agli investimenti nell'industria 4.0. Il 30 per cento delle aziende intervistate ha investito in questo ambito e il 78,6 per cento di quelle che hanno effettuato investimenti ha dichiarato che li avrebbe fatti anche senza incentivi.

Davide Tibaldi