Agricoltura - 27 agosto 2018, 07:00

Lupi: favorevoli e contrari, ma una soluzione non esiste proprio?

Ed ecco che scatta la battaglia: da un lato quelli che sostengono che i lupi vanno abbattuti, dall’ altra chi intende proteggerli, a tutti i costi.

Secondo gli ultimi rilevamenti  in Piemonte ci sono 188 esemplari di lupi, 101 nella provincia di Cuneo, seguita da quella di Torino,sopratutto in Val di Susa e nel Parco del Gran Paradiso. La Coldiretti lancia l’ allarme facendo i  conti dei danni negli alpeggi: in questa estate 2018 sono già 20 gli attacchi e circa 50 i capi, tra bovini e ovini, morti o dispersi nelle sole valli Po e Varaita.

Ed ecco che scatta la battaglia: da un lato quelli che sostengono che i lupi vanno abbattuti, dall’ altra chi intende proteggerli, a tutti i costi. Ma ancora una volta il problema è un altro.  Il lupo è tornato e si moltiplica perché il territorio è abbandonato, perché il bosco aumenta nelle Alpi e negli Appennini.

Ecco perché occorre intervenire per tutelare i margari, gli allevamenti e i pascoli, ma nello stesso tempo salvaguardare questa specie animale che rappresenta un punto di equilibrio dell’ habitat naturale.  Le misure da prendere sono il finanziamento per recinzioni specifiche e l'adozione di alcune specie canine per prevenire gli attacchi dei lupi; le risorse finanziarie devono andare agli allevatori piuttosto che verso gli abbattimenti dei predatori. Soprattutto in un contesto dove la crescita di caprioli, cervi, cinghiali è – da anni - fuori controllo. Negli Stati Uniti il lupo è stato reintrodotto nel 1995 ed è servito per equilibrare la crescita della popolazione di alci e altri ungulati che scendevano sempre più a valle per cibarsi di pioppi, salici e altri alberi che crescono nelle piane alluvionali.

Insomma, un riequilibrio naturale della popolazione animale e della flora di pianura e di montagna.

Le battaglie di religione non servono. Dividersi fra chi vuole abbattere i lupi e chi vuole salvaguardarli non ha senso. Più utile proteggere allevamenti e coltivazioni, finanziare interventi ad hoc e – come sostiene l’ Unione dei Comuni di Montagna - lavorare d’ intesa con Francia e Svizzera. I lupi, infatti, non conoscono confini. Lasciamo che l’ ambiente faunistico e floreale seguano il loro corso naturale.

I danni che l’ uomo ha fatto e continua a fare alla natura sono sempre superiori a quelli provocati dagli animali.

Beppe Gandolfo