Politica - 24 settembre 2018, 07:00

Uno schiaffo pesante per Torino la vicenda Olimpiadi 2026

Invece siamo rimasti a bocca asciutta. Forse perderemo il Salone del Libro, Fiat è sempre più americana, crescono le perplessità sulla Tav.

Dei miei vent'anni di lavoro in Mediaset il servizio di cui vado più orgoglioso è andato in onda il 10 febbraio 2006. Conduce Enrico Mentana, copertina del TG, e il mio pezzo si apre con l'immagine della signora Ciampi che scende dall'auto presidenziale e dice: “Ho viaggiato con i finestrini abbassati, mi prenderò un malanno, ma dovevo vedere Torino: oggi è bellissima”.

Goduria pura per chi come me è innamorato alla follia di Torino e del Piemonte. Nel 2026 non mi sarà possibile rivivere quell’ emozione.

Le Olimpiadi – ovunque saranno – le vedrò in televisione, e se saranno a Milano e Cortina la rabbia salirà alle stelle. Non entro nel meandro delle responsabilità, dei giudizi politici, di meriti e colpe: mi limito a dire che ci è stato tolto un sogno. Torino 2006 fu la svolta per il capoluogo, per le valli olimpiche e per tutto il Piemonte. Eravamo sotto gli occhi del mondo, vincemmo la sfida e ne siamo ancora orgogliosi. Questa nuova candidatura poteva essere l’ occasione per rimetterci in vetrina. E invece è stata affossata. L’ 85 per cento dei piemontesi voleva le Olimpiadi del 2026, anche perché avrebbero avuto ricadute economiche sul Piemonte per 3 miliardi e mezzo di euro.

Invece siamo rimasti a bocca asciutta. Forse perderemo il Salone del Libro, Fiat è sempre più americana, crescono le perplessità sulla Tav.

Ognuno, nel proprio ruolo, si faccia un esame di coscienza e risponda a questa semplice domanda: dove volete condurre Torino e il Piemonte? Verso la decrescita felice? NO, GRAZIE.

Beppe Gandolfo