“Ora la partita inizia per davvero”: si attestano su questo punto di vista gli interventi del sindaco di Cuneo Federico Borgna e del consigliere Luca Paschiero, entrambi intervenuti nella serata di ieri (19 novembre) in consiglio comunale nel corso della discussione dell’ordine del giorno contenente il sunto delle attività e delle analisi realizzate dalla commissione temporanea legata ai fabbisogni della sanità del territorio.
Istituita nei mesi scorsi per fotografare lo “stato dell’arte” della sanità cuneese - e per comprendere come muoversi in vista del futuro più o meno immediato - la commissione ha incontrato in quattro incontri diversi addetti ai lavori dell’ospedale Santa Croce e Carle (come Corrado Bedogni e i primari della struttura) e figure politiche di rilievo regionale afferenti la materia (l’assessore Antonio Saitta).
Con la produzione del documento - votato all’unanimità dai consiglieri presenti - la commissione di fatto ha concluso i propri compiti e la propria esistenza sottolineando un importante punto fermo: a Cuneo serve un nuovo ospedale, meglio se in forma unica (ovvero con un’unica sede).
Il consigliere Alessandro Spedale - presidente della commissione temporanea stessa - ha presentato l’ordine del giorno ripercorrendo punto per punto i lavori che hanno portato alla definizione della strada da seguire, sottolineando però come i due presidi attuali siano comunque “poli sanitari di grande efficienza che, in attesa che si concluda l’iter per la realizzazione dell’ospedale unico, auspichiamo possano vedere effettuati i necessari investimenti per continuare a garantirla”.
Ma che la parola fine sia stata data alle attività della commissione non significa certo che l’amministrazione comunale sia intenzionata a chiudere gli occhi sulla “seconda fase” di lavorazione: tutti i consiglieri intervenuti nella discussione (iniziando da Maria-Luisa Martello e finendo con Silvia Maria Cina), ma anche lo stesso sindaco Borgna, hanno infatti chiesto che si continui a vigilare e a raccogliere dati sull’argomento sanità territoriale.
Più critica la posizione di Laura Menardi, che giunge alla stessa conclusione sottolineando come il lavoro fatto finora sia ancora “troppo sintetico e poco approfondito”. Della medesima opinione anche Giuseppe Lauria: “Abbiamo sentito i soggetti che per primi avranno vantaggi con la costruzione di un nuovo ospedale e non, per esempio, le azioni di volontariato e il personale paramedico. È necessario quindi che l’esperienza maturata dai commissari non cada nel vuoto e che la città di Cuneo non perda il ruolo di protagonista nelle decisioni logistiche future; stiamo parlando della salute dei nostri cittadini e sull’argomento io non intendo farmi da parte”.
I lavori entrano quindi in una fase tutta nuova che vedrà presto coinvolta in prima persona la Regione piemonte, che per tramite dell’assessore Saitta si è offerta di realizzare uno studio di fattibilità tecnico-economica sulla nuova struttura unica.
Agli organi piemontesi bisognerà però consegnare entro la fine dell’anno un’indicazione concreta sulla natura del nuovo ospedale, ovvero sulla sua posizione fisica: il territorio di Confreria è l’area indicata da sindaco e giunta.