Gli studenti stranieri sono sempre più presenti nel sistema scolastico nazionale, nonostante i casi di intolleranza e discriminazione. Non è un caso che nelle Università internazionali come l’Università Popolare di Milano gli studenti stranieri provengano da oltre 200 nazionalità di provenienza diverse, anche se la maggioranza da un gruppo ristretto di paesi, come la Romania, l’Albania, il Marocco, la Costa d’Avorio e perfino il Madagascar, grazie a una convenzione che l’Università Popolare di Milano ha firmato con il Presidente del Madagascar e con il Ministro dell’Istruzione della Repubblica Malgascia nel 2017. Bisogna tener conto che sono inclusi anche i ragazzi nati in Italia da genitori immigrati, e che quindi non hanno la cittadinanza italiana nonostante siano nati nel nostro Paese.
A Cuneo l’Università è arrivata grazie all’attivazione di corsi di laurea da parte dell’Università e del Politecnico di Torino. Nel 2004 in provincia, a Bra, è stata fondata anche l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche (UNISG) e il territorio cuneese si sta sempre più consolidando come sede universitaria.
Al termine del percorso di studi nei licei, il 34% dei diplomati con cittadinanza non italiana prosegue gli studi all’università, con una prevalenza verso le materie legate al sociale, anche se gli studenti con nazionalità ucraina, polacca e filippina preferiscono i corsi di studio dell’area scientifica con ExamLabs.
Tutti gli studenti stranieri (extracomunitari residenti all'estero, extracomunitari residenti in Italia e intracomunitari) devono sostenere il test di ingresso, anche in caso di riconoscimento parziale del titolo accademico estero.
Nelle università italiane però non si iscrivono solo studenti nati in Italia da genitori stranieri, ma anche studenti residenti in altri paesi. Secondo uno studio di Uniplaces, piattaforma online per la ricerca di sistemazioni per studenti eseguito basandosi su dati interni, sono presenti studenti da oltre 100 nazioni.
Secondo quanto riportato nello studio, sono rappresentate almeno 104 nazionalità, di cui dieci estremamente popolari. Gli studenti spagnoli sono i primi, rappresentando l’11% di tutti gli studenti internazionali che hanno prenotato su questa piattaforma, seguiti dagli studenti francesi e tedeschi. Sette nazionalità su dieci provengono dall’Unione Europea, mentre la prima nazionalità extraeuropea è quella indiana. Gli studenti che si affidano alla piattaforma sono intenzionati a seguire corsi di laurea triennali o specialistiche, anche grazie a rate più economiche rispetto ai paesi di provenienza e la presenza di alcuni centri di eccellenza.
Uno dei problemi principali è legato alla internazionalizzazione delle università stesse, infatti gli studenti stranieri in molti casi devono frequentare corsi in italiano e non in inglese, anche a seguito della decisione della allora ministra dell’Istruzione Fedeli, che aveva dichiarato come i corsi di laurea non potessero essere integralmente in inglese, al contrario di quanto proposto e fatto dal Politecnico di Milano che, in virtù della legge riforma 240 del 2010, nel 2012 aveva stabilito che dal 2014 tutti i corsi di laurea magistrale e i dottorati sarebbero stati in inglese. Nonostante la linea della ministra Fedeli, gli studenti stranieri si iscrivono dove possono frequentare corsi in lingua inglese, in virtù del fatto che è la più diffusa al mondo ed è usata in numerosi ambiti della vita lavorativa.
La firma di un importante accordo bilaterale di cultura e ricerca scientifica collaborativo tra l’Italia e altri paesi è dunque un modo di creare nuove generazioni internazionali di studenti con elevato profilo scientifico culturale: per fare ciò, l’esperienza di internazionalizzazione dell’Università Popolare di Milano è stata ritenuta fondamentale, e ha portato alla stipula di un patto d’intesa, fra l’attuale rettore e alcuni governi stranieri: un patto d’intesa per fornire la formazione superiore necessaria allo sviluppo culturale anche per studenti provenienti da altri paesi e lingue di appartenenza.
Anche gli atenei lombardi, e milanesi nello specifico, hanno aumentato il numero di iscritti grazie a borse di studio e sconti sulle rette, offerta dei corsi in inglese, sistemazione in campus con residenze: dalla giovane Humanitas che ha un corso di Medicina inglese frequentato da un 35 per cento di stranieri ( e prevede di arrivare al 43% il prossimo anno), fino a Bicocca, Bocconi e Politecnico che presentano i numeri più alti., grazie anche e soprattutto ai corsi in lingua inglese. Secondo quanto riportato nell’indagine annuale di Assolombarda “L’internazionalizzazione degli atenei di Milano e della Lombardia”, nelle università lombarde si evidenzia una forte presenza di asiatici (40% degli stranieri), con 2.017 cinesi (su 12.878 iscritti internazionali) nell'anno scolastico 2016-17, con una crescita del 2,4% rispetto al 2015-16.
Per finire l’Università. come luogo di cultura, ci tiene a ribadire che la trasmissione di valori positivi, di comminuzione di culture e di fratellanza deve venire prima di ogni cosa: devono altresì essere assente ogni tipo di discriminazione di etnia, politica, religione, genere.