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Attualità | 10 aprile 2019, 17:02

"Basta importazioni di pollo "con il trucco" dall'Ucraina": l'appello di Coldiretti Piemonte

La decisione della Commissione europea arriva dopo l’allarme lanciato dalla Coldiretti sul trucco usato dagli ucraini per evitare di pagare dazi più alti su pezzi pregiati come il petto

Foto generica

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Bene lo stop alle importazioni di pollo “con il trucco” dall’Ucraina che stava approfittando delle agevolazioni tariffarie Ue mettendo a rischio le produzioni nazionali e comunitarie. La decisione della Commissione europea arriva dopo l’allarme lanciato dalla Coldiretti sul trucco usato dagli ucraini per evitare di pagare dazi più alti su pezzi pregiati come il petto.

Attraverso un nuovo taglio composto da petto e ala chiamato “breast with cap in” e classificato come pollame generico, il prodotto ucraino passa i confini dell’Unione a tariffa zero per essere poi preparato e venduto, invece, come pregiato petto a ristoranti, mense e in altri canali industriali dove non c’è la possibilità per il consumatore finale di verificare l’origine o l’etichetta.

In Italia ci sono 18.500 allevamenti con una filiera che, con oltre 55mila addetti, comprende anche 400 stabilimenti per la produzione di mangimi, 174 macelli piccoli e grandi e oltre 500 stabilimenti per la trasformazione. L’Italia, con oltre 1,3 milioni di tonnellate di carni avicole, è uno dei principali produttori europei di pollame insieme a Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Polonia.

Continuiamo a tenere alta l’attenzione agli scambi commerciali  - affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – per smascherare episodi come questo che favoriscono la concorrenza sleale agli allevatori italiani e piemontesi. La filiera avicola del Piemonte conta oltre 32 milioni di capi per 1158 aziende: in un momento di generale rallentamento dell’economia mondiale bisogna tutelare ancora di più le nostre produzioni e i posti di lavoro, garantendo il rispetto delle regole e la trasparenza delle filiere. Oltretutto nella nostra regione ed, in particolare nel capoluogo, è la carne a rappresentare la quota più ampia del carrello alimentare, con il 21,8% della spesa: la nostra battaglia, quindi, va a garanzia di quanto il consumatore porta sulla tavola, oltre che a tutela degli allevatori che rispettano alti standard di qualità”.

comunicato stampa

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