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Bra e Roero | 28 aprile 2019, 14:03

È arrivata anche la Pasqua ortodossa: celebrazioni e festa a Bra (FOTO)

Uova colorate e piena partecipazione per la “festa delle feste” di domenica 28 aprile

È arrivata anche la Pasqua ortodossa: celebrazioni e festa a Bra (FOTO)

Chiesa di Santa Caterina di Alessandria d’Egitto gremita, nella notte tra sabato 27 e domenica 28 aprile, per la celebrazione della Pasqua da parte della numerosa comunità ortodossa braidese. Uomini, donne e bambini si sono dati appuntamento per la Santa Messa celebrata da padre Vasile Doroftei, il sacerdote che da quasi un lustro è punto di riferimento per i cittadini rumeni che risiedono a Bra e dintorni.

Come da tradizione, sono stati presentati sull’altare cestini di cibi e uova. Per gli ortodossi, l’uovo è simbolo di rigenerazione e di purificazione. La leggenda narra che le uova portate nel cesto da una donna si siano colorate di rosso per il sangue versato da Gesù morente. Il saluto che i rumeni si scambiano dal primo giorno di Pasqua fino all’Ascensione è un’espressione di giubilo: “Hristos a înviat! (Cristo è risorto)” cui fa seguito “Adevărat că a înviat (È vero che è risorto)”.

Un momento di grande spiritualità, quello della Pasqua ortodossa, che viene calcolata sul calendario giuliano e per questo cade quasi sempre una settimana dopo quella cattolica, ma anche un momento di grande coesione per i rumeni che vivono e lavorano in provincia e che costituiscono una delle comunità più operose e inserite nel tessuto sociale braidese.

La funzione è cominciata in chiesa a luci spente, il sacerdote è uscito dalle porte centrali dell’iconostasi sul presbiterio con una candela ed ha invitato a prendere la luce. Tutti hanno fatto provvista di un piccolo cero ed hanno ascoltato il Vangelo di Matteo in una fetta di via Cavour, raggiunta attraverso una breve processione. Una liturgia che ha visto l’officiante salutare le autorità municipali convenute e pronunciare un’omelia con richiami alla fratellanza e alla preghiera: “Pasqua è la festa di tutti, anche dei più soli ed abbandonati. Il Signore è la luce e si dona a noi, perché possiamo illuminare chi ci sta accanto. Ciò che di bene chiediamo a Dio per noi stessi, chiediamolo anche per i nostri nemici”.

Quindi, Padre Vasile ha ricordato che la Risurrezione di Cristo è una Pasqua da vivere ogni giorno: “Quando in casa ci sono liti o c’è bisogno di consolazione, accendiamo la candela pasquale che abbiamo ricevuto, perché il Signore illumini le notti del cuore e ci dia consiglio”. Tutti coloro che non hanno trovato posto all’interno dell’edificio di culto hanno potuto assistere alla funzione, grazie alle immagini proiettate all’esterno.

Al termine della cerimonia, i fedeli si sono scambiati gli auguri pasquali nella propria lingua. Una festa che è poi proseguita nelle singole famiglie, tra amici a parlare del passato in patria, di un presente italiano e di un futuro carico di nostalgia e di amore per la propria terra di origine. 

 

Silvia Gullino

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