Dopo una prima riflessione sulle tematiche socio-culturali, il 32enne albese Alessandro Prandi, in corsa per un seggio il Consiglio comunale nelle fila della Lega, approfondisce il suo pensiero in materia di identità e tradizione, immigrazione e sicurezza, argomenti chiave nell'agenda politica del Carroccio.
“Quello identitario è sempre stato un cavallo di battaglia della Lega. Gli eurocrati che ci governano da Bruxelles, spesso a loro volta marionette al servizio dei poteri forti transnazionali, vogliono creare un’Europa senza identità e senza memoria storica, privandola di quei pilastri culturali e tradizionali che hanno costituito la base della nostra civiltà – afferma Prandi –. Infatti, oltre a quella del mantenimento dei salari bassi, un’altra finalità che si prefigge chi spinge a un fenomeno migratorio massiccio e incontrollato è proprio la creazione di un nuovo agglomerato sociale, formato da individui nuovi, apolidi, distratti, pronti da plasmare in toto e a recepire qualsiasi nuova idea (perché non ne hanno di radicate), disaffezionati a un qualsiasi territorio o cultura e quindi molto ben predisposti a spostarsi laddove ci sia richiesta di capitale umano. Insomma, quello che stanno cercando di fare è trasformare definitivamente l’uomo da cittadino libero e consapevole a perfetto suddito e consumatore”.
Il discorso viene quindi calato sulla realtà cittadina.
“Se in Europa la Lega ha già preso una netta posizione, ad Alba la nostra idea è quella di promuovere scambi e incontri intergenerazionali tra 'nonni' e studenti, affinché rimanga sempre vivo il legame con le tradizioni, con il dialetto e con la storia di Alba. Gli anziani rappresentano una parte integrante e insostituibile della nostra storia e della nostra Comunità. Sono i portatori della nostra memoria. Devono avere l’importanza che meritano e non essere considerati semplicemente come un fardello, come mero 'capitale umano improduttivo', così come la moderna società dell’usa e getta vuole portarci a pensare. Siamo dell’idea, insomma, che solo chi conosce la propria storia e chi rispetta la propria cultura sa rispettare anche quella degli altri”.
Passando ai capitoli immigrazione e sicurezza, altri temi chiave per la Lega targata Salvini, il 32enne albese ha le idee chiare.
“Riguardo l’immigrazione, l’intenzione è quella di proporre regole semplici e chiare: rispetto per la nostra cultura, per la nostra storia e soprattutto per le nostre regole. Aspetti fondamentali senza i quali non sarà mai possibile attivare alcuna forma di integrazione. Il cattivo esempio da cui non prendere spunto è ben rappresentato dal modello Torino. Il nostro capoluogo infatti è attanagliato da enormi problemi legati all’immigrazione, dove ormai si sono create vere e proprie zone off limits per i cittadini e le famiglie italiane. Interi quartieri sono stati colonizzati dalle 'risorse' (così qualche politicante usava definire gli immigrati irregolari fino a qualche tempo fa), che ora fanno da manovalanza alla oramai radicata, sanguinaria e violentissima mafia nigeriana. Noi dobbiamo impegnarci per evitare che determinate zone della città diventino veri e propri 'ghetti' incubatori di disagio sociale, anche emanando ordinanze specifiche per scoraggiare lo stazionamento e il bivacco nelle nostre piazze e nelle nostre strade, allo scopo di eliminare il senso di insicurezza percepito dagli Albesi.
Quello che vogliamo pertanto è una valorizzazione del personale di Polizia Municipale, utilizzando a pieno competenze e potenzialità professionali al fine di attivare un controllo capillare del territorio, in particolare nelle ore serali e in determinate zone della città particolarmente problematiche. Verrà altresì applicato in maniera puntuale e severa il 'Daspo Urbano' che consente l’identificazione e l’allontanamento di soggetti pericolosi dalle aree urbane più sensibili come scuole, giardini pubblici e così via”.
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