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Attualità | 16 luglio 2019, 12:34

Lisy e la sua difficile vita da persona elettrosensibile. "La mia battaglia? Far rimuovere i wifi dalle scuole":

Di Centallo, 53 anni, ha iniziato ad avere dei disturbi al cuore qualche anno fa. Dopo tante analisi la diagnosi, in Francia: "Allergica ai campi elettromagnetici". A settembre, a Cuneo, ci sarà un incontro organizzato dall'Associazione Italiana Elettro Sensibili

Luigina Lizy Manera

Luigina Lizy Manera

Una vicenda quasi paradossale in questi anni dove tutti ricercano la connessione a Internet. Per lei la connessione (wireless) è un incubo, da prendere a piccole dosi.

Tutto è iniziato qualche anno fa. Luigina Manera, 53 anni, per tutti Lisy, ha cominciato a soffrire di disturbi cardiaci, aritmie che sembravano irrisolvibili. Inizia il calvario di controlli, esami, pastiglie. Ma niente pareva essere risolutivo, anche perché il cuore risultava sanissimo.

Fino a quando, leggendo, informandosi, cercando di capire quando gli episodi di aritmia si verificavano, capisce che forse c'è un legame con un ripetitore vicino al quale vive. Decide di cambiare casa, si sposta in campagna e le cose migliorano. Perché risolverle non è decisamente possibile.

Nel 2016 va a Parigi, dove esiste una clinica che si occupa di ricerche in questo ambito. Il dottor Belpomme, oncologo di fama internazionale, le certifica, attraverso un "elettroencefaloscan" e altri esami, un deficit di vascolarizzazione cerebrale. La diagnosi finale? Sindrome di intolleranza ai Campi Elettromagnetici (CICEM). Come difendersi? Con l'allontanamento da ogni fonte elettromagnetica, per cercare di non aggravare il "deterioramento cerebrale".

Lizy, in base ai sintomi, riesce a capire l'operatore al quale è esposta in quel momento.

"E' un problema poco conosciuto - spiega Lisy. Si stima che in Italia il 3% della popolazione ne soffra e che il 30% abbia dei disturbi riconducibili ai campi elettromagnetici. Dal mal di testa al mal di stomaco, dall'insonnia ai crampi notturni ai disturbi di memoria o alla perdita di vista. E' difficile da dimostrare. Esistono tantissimi studi indipendenti sul tema, esattamente come esistevano sull'amianto. Fino a quando quest'ultimo problema è esploso nella sua enorme gravità. Non sono nessuno per dirlo, ma non vorrei che, tra 30 anni, succedesse la stessa cosa con i campi elettromagnetici".

In Italia esiste l'"Associazione Italiana Elettro Sensibili", di cui è presidente Paolo Orio. A settembre, a Cuneo, si terrà un incontro informativo aperto alla popolazione e organizzato dall'associazione, di cui fanno parte anche tre medici italiani che da anni si occupano della questione.

Lo ha fatto, in passato, anche la Regione Piemonte, tramite una mozione presentata dall'ex consigliere regionale Paolo Allemano, cardiologo. Si tratta dellla numero 500. Si chiede l'adozione del "principio di precauzione nell'esposizione agli impianti wireless in ambienti scolastici". E' stata approvata a inizio del 2016. 

"Sono molto preoccupata per i bambini - continua Lisy. E' da anni che si dibatte sulla pericolosità delle onde elettromagnetiche, eppure i nostri figli e nipoti ci vivono dentro. Nella scuola di mia nipote ce ne sono addirittura tre. Basterebbe far passare la connessione attraverso i fili, cablando gli edifici. In Francia e in Germania hanno iniziato a farlo. Non vivo fuori dal mondo, la tecnologia è importantissima, ma dobbiamo usarla con prudenza e consapevoli dei rischi".

Una vita davvero complicata quella di Lizy: nel suo telefono stacca la connessione dati, accendendola solo poche volte al giorno per leggere i messaggi o consultare Internet. Non ha il wifi e di notte mette il telefono in modalità aerea. "Cerco di difendermi per quanto possibile. A breve cambierò nuovamente casa, per andare in un posto ancora più isolato". 

Mettersi al riparo per quanto sia possibile: questa è la sua ricetta di vita. Sensibilizzare le persone e chiedere alle scuole di togliere il wifi, come ha fatto tempo fa il Comune di Piasco, ci spiega ancora Lisy. Che conclude: "La provincia di Cuneo è quella con il maggior numero di comuni, in Piemonte, ad essere interessata dalla sperimentazione del 5G. Alcuni sindaci si sono opposti, a Marsaglia per esempio, perché i rischi sono ancora sconosciuti. Come sempre, in queste cose, si dice tutto e il contrario di tutto. C'è allarmismo da un lato e troppa leggerezza dall'altro. Fino a quando non si avranno dati certi, credo che la precauzione sia fondamentale, soprattutto quando ci sono di mezzo i bambini. E sarà questa la mia battaglia principale: tuteliamoli in qualunque modo!"

Barbara Simonelli

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