Agricoltura - 03 agosto 2019, 07:30

#controcorrente: per aiutare la montagna della "Granda" a vivere c’è bisogno dell’aiuto dei cittadini e delle Istituzioni

Chi vive in città deve portare le terre alte nel cuore ogni giorno dell’anno e quando le raggiunge per le vacanze o la gita domenicale dia una mano comprando le eccellenze prodotte in valle. Gli amministratori dei Comuni in quota pensino a dei progetti di sviluppo che coinvolgano ampi territori e non ai loro piccoli orticelli. I politici regionali e nazionali prevedano tassazioni agevolate e burocrazia semplificata rispetto a chi lavora in pianura

Un'area montana della provincia di Cuneo

Le montagne della provincia di Cuneo sono incantevoli e suggestive e non hanno nulla da invidiare alle terre alte di altre aree italiane. Anzi. Agosto è uno dei mesi dell’anno nel quale le gite verso le mete alpine della “Granda” si intensificano e, per molti, diventano un modo di rilassarsi e di gustare le meraviglie offerte in quota da Madre Natura. Ma per continuare a vivere, la montagna ha bisogno dell’impegno di tutti.

La politica regionale e nazionale deve creare delle opportunità di sviluppo, rendendo dignitosa ogni attività attraverso la giusta remunerazione di chi ha avuto il coraggio di insediarsi. Per questo ci sono anche le risorse del Programma di Sviluppo Rurale (Psr), quelle Alcotra e le Por-Fesr rese disponibili dall’Europa, che vengono gestite dalle Regioni attraverso specifici Bandi. Nel settennato 2014-2020 ne sono usciti diversi, ma gli operatori montani lamentano la scarsa condivisione degli obiettivi e la troppa burocrazia richiesta per accedervi. Da più parti sono emerse proteste per i problemi a compilare le domande e ad allegare i documenti richiesti.

Così come spesso vengono tagliate fuori le piccole aziende, mentre dovrebbero essere proprio loro ad avere gli aiuti maggiori. Un altro aspetto sottolineato da chi in montagna ha deciso di lavorare è quello di poter disporre di una tassazione agevolata e di procedure semplificate rispetto alle imprese di pianura. Infatti, il guadagno economico e i servizi disponibili sono decisamente minori. Ma il non abbandonare terreni, negozi, bar e abitazioni porta anche dei vantaggi all’intera comunità nazionale dal punto di vista del presidio del territorio, a livello di prevenzione del dissesto idrogeologico e per mantenere “vivi” luoghi fondamentali di aggregazione sociale.

La prossima programmazione 2021-2027 dei fondi europei ne tenga conto.  

Poi, chi abita in città deve portare le montagne nel cuore ogni giorno dell’anno e non solo in occasione delle escursioni domenicali o dei periodi di vacanza. Di recente la Camera di Commercio di Cuneo e l’Uncem (Unione Nazionale Comuni, Comunità Enti montani) del Piemonte hanno lanciato la campagna “Io compro in Valle e in Alta Langa: il mio paese vivrà”. Una spinta che è soprattutto culturale per dare una boccata di ossigeno economica alle terre alte.

Acquistare le eccellenze prodotte nei borghi alpini o pranzare nei locali in valle è un modo concreto per dare una mano ai coraggiosi imprenditori che hanno deciso di investire e di operare alle alte quote. Così come vanno aiutati quanti hanno deciso di ritornare a viverci.

Inoltre, anche gli amministratori dei Comuni di montagna dovrebbero fare la loro parte finendola di pensare ai loro piccoli orticelli e mettendosi insieme. Obiettivo? Elaborare dei progetti partecipati e utili a vasti territori, nell’ottica di superare i campanilismi che, per troppo tempo, e in alcuni casi ancora adesso, hanno condizionato e stanno influenzando negativamente lo sviluppo e la crescita delle zone alpine. Alcuni lo hanno già messo in pratica, ma non basta. Deve essere un circolo virtuoso che coinvolge i paesi della stessa valle e, poi, quelli di più valli.   

Se i cittadini, gli amministratori locali e i politici, ognuno per la parte di loro competenza, daranno una mano alla montagna, la montagna potrà lentamente tornare a vivere. Diventando una colonna importante dell’economia locale e nazionale. Altrimenti è destinata a un inesorabile declino. E a perderci sarà l’intera comunità: anche quella di pianura.      

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