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Attualità | 13 agosto 2019, 11:44

Anche in Granda profondo cordoglio per la morte della Iena con il sorriso Nadia Toffa

Era stata a Cuneo a marzo 2017, qualche mese prima del malore a seguito del quale aveva scoperto di avere il cancro. Una battaglia, la sua, che è stata d'esempio per tantissime persone

Anche in Granda profondo cordoglio per la morte della Iena con il sorriso Nadia Toffa

Basta aprire qualunque testata giornalistica o aprire i social per capire l'impatto e l'emozione suscitati dalla morte di Nadia Toffa, la Iena con il sorriso.

Si è spenta a 40 anni dopo aver lottato contro una malattia che non ha mai nascosto, che ha sempre condiviso con i suoi tanti fan, raccontandone i piccoli successi, le paure, le sue ma in fondo quelle di tutti coloro che si trovano a combattere con un tumore.

Ce la farà: era quello che pensavamo e speravamo tutti. E invece, purtroppo, non ce l'ha fatta.

Lo hanno fatto sapere, con un post davvero toccante, le altre Iene stamattina presto: "Ed ecco le Iene che piangono la loro dolce guerriera, inermi davanti a tutto il dolore e alla consapevolezza che solo il tuo sorriso, Nadia, potrebbe consolarci, solo la tua energia e la tua forza potrebbero farci tornare a essere quelli di sempre.
Niente per noi sarà più come prima". 

La Toffa, qualche mese prima di scoprire, a seguito di un malore improvviso, di avere il cancro, era stata a Cuneo, in Prefettura, per intercettare l'allora ministro alle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio. In perfetto stile Iena, quello suo, deciso e pungente, ma senza mai perdere in stile e garbo, gli aveva chiesto risposte sulla vicenda delle case popolari al centro di Ponticelli di Napoli, case che sarebbero state costruite con l’utilizzo di amianto.

Bresciana, era approdata a Mediaset nel 2009: per le sue inchieste aveva ottenuto prestigiosi riconoscimenti e premi. Il suo modo di vivere e condividere la malattia non era piaciuto a tutti: non le sono stati risparmiati i pesanti insulti dei soliti avvelenatori della rete. Allo stesso modo, era stata criticatissima per il libro "Fiorire d'inverno", con il quale aveva definito la malattia un dono. Come se fossero gli altri a dover stabilire come ciascuno di noi debba vivere e sentire ciò che gli accade. 

Ma lei, il suo sorriso, se lo è sempre tenuto ben stretto. A dispetto di tutto, anche della morte, di cui, diceva, "non ho più paura".

barbara simonelli

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