Choconews - 30 agosto 2019, 12:03

Un tuffo nella storia: la Merenda Reale alla corte sabauda

La corte sabauda fu la prima, verso la fine del 1600, a introdurre nella sua cucina il cacao, ricavato dalle fave che arrivavano dalle Americhe attraverso la corte madrilena. La nobiltà ne fu conquistata e alla cioccolata riservò un posto d’onore nelle sue abitudini alimentari. In genere si pranzava in tarda mattinata, tra le 11 e le 12 al più tardi e si cenava alle 16.

Il pomeriggio e la tarda serata erano dedicati a spuntini raffinati e golosi, come la Merenda Reale che veniva preparata dai pasticceri di corte (pantaloni marrone scuro o gonna lunga, camicia bianca con coccarda blu Savoia) e servita in tazze di porcellana alte e strette, le macerine.

La cioccolata calda, preparata secondo la ricetta originale con cioccolato fondente e acqua, si serviva insieme ai «bagnati», biscotti secchi da intingere, senza andare contro il galateo, come canestrelli, torcetti, lingue di suocera. Venivano poi offerte varie specialità al cioccolato, dalle praline a torroni mignon, ai «diablottini» (cioccolatini fondenti, i primi della storia, nati proprio a Torino). Il rito accompagnava le conversazioni tra gli aristocratici, stuzzicava la galanteria, predisponeva a piacevoli incontri e offriva una pausa durante i concerti. La cioccolata si poteva consumare anche in Quaresima, con il permesso dell’autorità ecclesiastica, che a lungo aveva dibattuto il problema.

D’altra parte nell’America latina le nobildonne erano solite bere cioccolata in chiesa durante le funzioni più lunghe. Alcune storiche pasticcerie di Torino offrono ancora oggi ai turisti la Merenda Reale nella sua versione originale, in vari periodi dell’anno. Sarà possibile anche nel prossimo week end. Se siete golosi di cioccolato non perdetevi questo appuntamento!

Cristiana Lo Nigro