/ Eventi

Eventi | 25 settembre 2019, 18:40

Saluzzo pronta ad “abbracciare” le mille Penne Nere che domenica saranno in Città per il Raduno degli artiglieri da montagna “Aosta”

Torna il tradizionale appuntamento autunnale per gli Alpini, nato nel 1994 con un annuncio sul periodico “Noi sòma alpin” della Sezione Ana “Monviso” di Saluzzo. Una quarantina i partecipanti alla prima edizione del raduno, cresciuto sempre di più nel corso degli anni sino ai numeri dei giorni nostri

Il raduno dello scorso anno - FOTO MAURO PIOVANO

Il raduno dello scorso anno - FOTO MAURO PIOVANO

Per il 24esimo anno, Saluzzo si appresta ad ospitare, domenica 29 settembre, il Raduno degli Artiglieri da montagna del Gruppo “Aosta”.

Si tratta del tradizionale appuntamento autunnale nato nel 1994 quando, attraverso un “annuncio” sulle pagine del periodico “Noi sòma alpin” della Sezione Ana “Monviso” di Saluzzo, alcuni artiglieri che avevano prestato servizio dal 1951 al 1991 nel Gruppo Artiglieria da Montagna “Aosta”, decisero di incontrarsi nell’autunno dello stesso anno, davanti alla ex Caserma “Mario Musso” di piazza Montebello, proprio a Saluzzo.

La prima edizione radunò una quarantina di artiglieri, compresi ex comandanti, ufficiali e sottufficiali. Le presenze, però, andarono aumentando di anno in anno, “fino ad arrivare ai giorni d’oggi – spiegano gli organizzatori – con un migliaio circa di partecipanti, oltre alla presenza di personalità politiche e civili, rappresentanze delle Forze dell’Ordine, personale in armi, Associazioni d’Arma e tanti ospiti invitati per l’occasione”.

A curare l’organizzazione dell’evento v’è un Comitato, denominato “Artiglieri dell’Aosta”, costituito da ufficiali e sottufficiali in quiescenza, che hanno prestato servizio sia a Saluzzo che a Fossano dal 1991, anno del trasferimento del Gruppo “Aosta” nella Caserma “Perotti”, alle dipendenze del neo ricostituito Primo Reggimento Artiglieria Terrestre.

Il raduno, “organizzato con il rispetto di tutte le norme di sicurezza attuali emanate sia dallo Stato sia a livello comunale”, spiegano gli organizzatori, si aprirà ufficialmente alle 9.30, con i saluti e i momenti conviviali nel cortile dell’ex caserma “Mario Musso”.

Alle 10, poi, ammassamento in Piazza Montebello, con lo schieramento delle associazioni d’Arma, di gonfaloni, stendardi, labari vessilli e gagliardetti, per l’alzabandiera delle 10.15, con gli Onori ai Caduti.

Si onorano – aggiunge il Comitato organizzatore – i Caduti degli eventi bellici presso l’Obice 75/13 sito proprio di fronte all’ex Caserma, in Piazza Montebello: le epiche imprese del Gruppo ‘Aosta’ sono riassunte e incise sulle targhe sottostanti al monumento. Un doveroso ricordo per i nostri Artiglieri, veci e bocia, ‘andati avanti’”.

Alle 10.20 il saluto del presidente del Comitato Artiglieri, generale Giacomo Verda, e a seguire discorsi delle autorità e degli ospiti intervenuti. Alle 11 sfilata per le vie cittadine (Corso Piemonte, Corso Italia sino al sagrato della Cattedrale). In Duomo, alle 11.30, Monsignor Cristiano Bodo, vescovo di Saluzzo, officerà la Santa Messa. A seguire, pranzo nelle ex scuderie della Caserma “Mario Musso”.

Il Comitato pone in essere il massimo sforzo, anche a livello economico, per far sì che questo appuntamento annuale faccia rivivere la memoria e il nome del Gruppo ‘Aosta’.

Il raduno è una giornata piena di ricordi e nostalgia di gioventù passata, racconti e aneddoti di quei 18, 15 o 12 mesi di ‘naja’ vissuti in città, tra le colline saluzzesi e le sue valli circostanti, le attività addestrative nei poligoni di tiro, le innumerevoli marce con i muli ma, soprattutto entrando alla ‘Mario Musso’ quel calpestare di nuovo il ‘ciottolato’ dei cortili, sentire l’odore di quelle mura, della mensa, delle scuderie, delle camerate, per finire nel piazzale alzabandiera per rivivere quel immancabile pianto del ‘silenzio fuori ordinanza’ dell’ultima ‘sporca’ notte di naja.

Per noi artiglieri da montagna la ‘Mario Musso’ rimane sempre la nostra caserma. Quei mesi trascorsi ci hanno forgiato, fatto diventare uomini, conoscere il cameratismo, la vera amicizia, la stima, la gratitudine e il rispetto reciproco che emana lo ‘spirito alpino’.

Il tutto trasmesso da quel simbolo che è il nostro cappello alpino: ecco perché, con un grande abbraccio, ci salutiamo sempre con un arrivederci al prossimo raduno”.

Ni.Ber.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium