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Attualità | 28 novembre 2019, 19:02

Sul biodigestore di Borgo San Dalmazzo si va alla Valutazione di Impatto Ambientale

Decisione dell'organo tecnico della Provincia, viste le osservazioni pervenute. Per i vertici ACSR non si tratta di una bocciatura. Dichiara il presidente del Consiglio di amministrazione Pezzoli: "Prendiamo atto della decisione. Chiederemo all'assemblea dei soci se vogliono proseguire nell'iter richiesto dalla Provincia. Se avremo parere positivo lavoreremo al progetto definitivo. I tempi si allungheranno"

Sul biodigestore di Borgo San Dalmazzo si va alla Valutazione di Impatto Ambientale

Il progetto del biodigestore di Borgo San Dalmazzo, di cui tanto si è discusso in questi giorni, dovrà essere assoggettato alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. È quanto ha deciso l'Organo Tecnico provinciale a cui era stato sottoposto lo studio di fattibilità.

Secondo l'istruttoria tecnica è emerso che “l’intervento determinerà impatti ambientali significativi e negativi, diretti ed indiretti, sui diversi comparti ambientali interferiti”.

Ricordiamo che il progetto prevedeva una riqualificazione tecnologica dell'impianto di compostaggio esistente in località San Nicolao, con produzione di biometano.

In sostanza l'impianto dovrebbe passare dalla gestione di 10.500 tonnellate annue di rifiuto organico differenziato e 7.600 di sfalci del verde a, rispettivamente, 35mila e 10mila tonnellate per assicurare una produzione di biometano di 2.200 tonnellate annue (30.800 Mwh/anno) attraverso il processo di digestione anaerobica. Gli scarti andrebbero a raddoppiare: da 1.500 tonnellate/annue a 3600 tonnellate/annue. La produzione di compost passerebbe da 4.500 a 11.000 tonnellate all'anno.

Per lasciare spazio al biodigestore, si dovrebbe rinunciare alla sezione plastica e carta. Il rifiuto organico dovrebbe arrivare dal resto della Provincia, dunque dagli altri tre consorzi. Il costo: 13,4 milioni.

L'assoggettamento alla V.I.A. è stato deciso dall'organo tecnico della Provincia, anche viste le osservazioni pervenute e avvalendosi del supporto tecnico-scientifico dell’A.R.P.A., dell’ASL CN1, del Parco Fluviale Gesso e Stura e del Consorzio Associazione Ambito Cuneese Ambiente.

Motivazioni e criticità sono relative a: “Gestione rifiuti”, “Atmosfera”, “Acque superficiali e sotterranee”, “Suolo” e “Agenti fisici”. In particolare sul documento dell'Organo Tecnico provinciale è scritto che "l’impianto di Borgo San Dalmazzo non è baricentrico rispetto al territorio provinciale e regionale. Andrebbe pertanto maggiormente sviluppata un’analisi trasportistica del traffico indotto per l’aumento dei rifiuti in ingresso e in uscita dall’impianto. Dovranno essere approfonditi gli aspetti riguardanti i processi che potrebbero incrementare le emissioni odorigene derivanti sia dal maggior carico in ingresso, in particolare di natura fermentescibile, che dall’attività stessa di gestione dei rifiuti".

Una procedura che, indubbiamente, allungherà i tempi ma che garantirà un maggiore approfondimento sulle tematiche ambientali e quindi maggiore trasparenza per i cittadini.

I vertici ACSR (fautori dello studio di fattibilità sul biodigestore) hanno ricevuto ieri, mercoledì 27 novembre, la documentazione relativa alla decisione dell'organo tecnico provinciale.

“Per noi non si tratta di una bocciatura – ha dichiarato Maurizio Pezzoli, presidente del Consiglio di amministrazione ACSR -. Prendiamo atto della decisione e della richiesta dell'organo tecnico della Provincia. Chiederemo all'assemblea dei soci se vogliono proseguire nell'iter richiesto dalla Provincia. Se avremo parere positivo lavoreremo al progetto definitivo. I tempi si allungheranno, ma per noi si tratta di un dovere”.

Altra strada: l'ACSR potrebbe contestare il provvedimento di assoggettamento alla V.I.A. ricorrendo al Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte o innanzi al Capo dello Stato, rispettivamente entro 60 giorni ed entro 120 giorni dalla conoscenza dell'atto.

cristina mazzariello

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