E’ da più di un anno che si parla di costruire il nuovo ospedale unico di Cuneo. La Commissione consiliare speciale istituita nel 2018 dal Comune capoluogo per approfondire il tema, nonostante numerosi incontri con i rappresentanti del territorio e i tecnici del settore, al momento non è giunta a una conclusione sul dove collocarlo.
A ottobre 2019 è nata, come era accaduto per l’ospedale di Verduno, la Fondazione che ha l’obiettivo di sostenere la realizzazione del nuovo complesso. Lo scorso 9 dicembre la Commissione consiliare ha incontrato in Municipio il presidente della Fondazione, Fulvio Moirano, il quale dell’esistente Ospedale Santa Croce e Carle è stato direttore generale.
Moirano ha lanciato un accorato appello: “Se non si prende una decisione entro quattro mesi rischiamo di perdere il treno”.
Infatti, lo Stato ha di nuovo reso disponibili delle risorse per l’edilizia sanitaria e la Regione, con l’assessore Icardi, ha detto che il nuovo complesso sanitario di Cuneo per la Giunta piemontese è una priorità. Ma servono i finanziamenti, in quanto costruire una nuova struttura, con 600 posti letto, costerà almeno 180 milioni di euro.
A questo punto bisogna tradurre le parole in proposte concrete. Il Comune e l’Azienda Santa Croce e Carle hanno il compito di indicare, in tempi brevi, dove localizzare il nuovo ospedale.
Alcune riflessioni.
L’attuale Santa Croce quando è stato inaugurato nel 1960 era circondato dai campi. O quasi. Adesso l’area si presenta totalmente costruita, la situazione è insostenibile per la congestione del traffico e i parcheggi intorno continuano a creare polemiche in quanto difficili da trovare e a costi elevati. Il Carle a Confreria, oltre a ospitare alcune specializzazioni importanti, ha utilizzabili, accanto alla struttura, dei terreni di proprietà dell’Azienda ospedaliera che, secondo gli esperti, sarebbero sufficienti a realizzare il nuovo complesso.
E allora, dovendo quest’ultimo continuare a essere baricentrico tra le vallate e la pianura, lo si potrebbe costruire in quel posto. Innanzitutto lo prevede nella zona il Piano Regolatore del Comune adesso in vigore. Inoltre, lì potrebbe espandersi ancora come servizi e migliorare ulteriormente la già ottima qualità delle prestazioni offerte. Poi, partendo dal terreno “nudo” è più semplice costruire la struttura e un’eventuale integrazione con i locali esistenti, seppure datati, non comporterebbe particolari problemi tecnici. Sarebbe facilmente raggiungibile per le emergenze: forse più dell’attuale Pronto Soccorso del Santa Croce.
Certo, il Comune dovrebbe adeguare la viabilità all’aumentato traffico e progettare un piano trasporti, ad esempio le navette ad hoc, per chi arriva alla Stazione dell’Altipiano o, dal centro di Cuneo, non avesse altri mezzi per spostarsi. Ma è un percorso sostenibile. Se, inoltre, venissero previsti, come è logico, grandi parcheggi gratuiti, finirebbe l’attuale “calvario” dei cittadini con la necessità di frequentarlo usando l’auto. Sia per trovare un posto che per i costi elevati degli spazi di sosta attorno al Santa Croce.
Se si andasse in questa direzione sarebbe necessario decidere cosa farne del complesso sanitario di via Coppino di proprietà dell’Azienda Ospedaliera. Gli appetiti di costruire del residenziale sono calati negli ultimi anni per la crisi, ma tra un decennio chissà. Perché almeno quel tempo servirebbe per avere la nuova struttura funzionante a Confreria. Un’altra suggestione sarebbe quella di far diventare l’ex Santa Croce il polo scolastico di tutti gli Istituti Superiori del capoluogo. In modo da far rimanere l’area sempre frequentata, però liberando i parcheggi perché gli studenti arriverebbero con il bus e la vicina zona del Movicentro permetterebbe la sosta comoda e facile dei mezzi del trasporto pubblico.
Conclusioni? Cuneo ha bisogno di un nuovo ospedale unico. Il solo luogo che potrebbe mettere tutti d’accordo è Confreria. Ma bisogna decidere in fretta.