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Attualità | 22 gennaio 2020, 11:01

Marello risponde a Cirio: "Finiamoci da soli la Asti-Cuneo, ma prima vieni con me a fare quel giro in Procura"

All’ex sindaco albese non convince la proposta del governatore di creare una società di scopo per realizzare gli ultimi chilometri dell’autostrada. "Soluzione ostica, oltre che atto di resa. Ma la Regione potrebbe impegnarsi a trovare i fondi per il nostro terzo ponte e chiedere all’Anas di impegnarsi sulla Sp7, fondamentale per arrivare al nuovo ospedale"

Cirio e Marello perorano la causa del lodo Delrio presso la commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestagher: era il maggio 2017

Cirio e Marello perorano la causa del lodo Delrio presso la commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestagher: era il maggio 2017

"Se questa vicenda non si sbroglia sarebbe quasi ora di prendere questo corposo dossier e farci un giro in Procura".
La battuta è quella pronunciata l’anno scorso da Maurizio Marello – allora sindaco di Alba, oggi consigliere regionale –, che durante una partecipata riunione del Tavolo delle Autonomie ventilò l’extrema ratio di affidarsi ai magistrati affinché potessero verificare se dietro le lungaggini di un progetto ancora oggi lontano dall’essere completato non si nascondesse "qualche ombra".

"Se ci vai ti faccio da autista", gli aveva risposto a stretto giro l’allora parlamentare europeo Alberto Cirio, che, finito intanto a guidare la Regione, col suo discorso di fine anno ha lanciato quella che dal suo punto di vista voleva essere qualcosa in più dell’ennesima provocazione sul tema dell’eterna incompiuta: realizzarci da soli i 9 chilometri ancora mancanti alla tratta, subentrare al concessionario tramite una società di scopo costituita dalla Regione e magari partecipata dall’Anas (già socia al 35% di Asti Cuneo Spa, comunque), trovando tra le pieghe dei bilanci regionali i milioni (300) necessari a realizzare il lotto Roddi-Verduno, fondi che il Gruppo Gavio non sembra voler scucire in mancanza di un congruo incentivo.

"Il presidente Cirio allora mi disse che, allorquando mi fossi deciso, mi avrebbe accompagnato in Procura – spiega oggi Marello –. Beh, non è escluso che quel momento possa essere vicino, visto che, calendario alla mano, sono passati ormai vent’anni da quando l’autostrada compì i primi passi e soprattutto dieci da quando, finito il lotto dei Massimini e terminata la parte che secondo gli accordi era di competenza del pubblico, sarebbe toccato al concessionario adoperarsi per ultimare quanto mancante. Invece da allora pochissimo si è mosso. Immediatamente il gruppo Gavio si fece vivo rappresentando le difficoltà di realizzare l’attraversamento di Alba tramite l’ipotesi del tunnel sotto il Tanaro. Acconsentimmo a mettere nel dimenticatoio il lotto albese col famoso accordo del 19 aprile 2012, ma già a ottobre lo stesso concessionario prese a dire che nemmeno il lotto 2.6 sarebbe stato fattibile. E da allora nulla si è più mosso".  

L’ex sindaco vede quindi delle "ombre" nell’operato del concessionario?
"Non lo so – risponde Marello –, ma questa storia merita di essere raccontata, dopodiché chi di dovere farà le proprie valutazioni, con riferimento anche alle sue conseguenze sul piano civile. Poi anche qui non bisogna farsi illusioni, la storia del ponte Morandi ci insegna che in Italia le concessioni sono scritte per il favore dei privati e con tutte le scappatoie del caso. Ma andando all’osso della vicenda vediamo un’opera che è stata costruita in larga parte dal pubblico e con soldi pubblici, mentre i lotti che mancano sono competenza del privato, che dal 2007 ne incassa i pedaggi. L’iniziale previsione di spesa di 900 milioni intanto è raddoppiata, come anche il costo stimato per realizzare il lotto 2.6, continuamente lievitato. Direi che una verifica si impone, altrimenti significa essere stati passivi nel subire questo ordine di cose".


Ora la proposta del governatore Cirio, che fuori dalla provocazione non convince appieno l’ex sindaco albese
. "Sicuramente suggestiva. Certo sarebbe bello pensare di poter finalmente prendere in mano la situazione per vedere l’opera ultimata. Ma da una parte temo che non sia così facile, perché i soldi la Regione non mi pare li abbia e perché anche dal punto di vista formale e legale le difficoltà non mancano. Ma soprattutto siamo giunti a un punto in cui non credo sia nemmeno giusto dire che la strada ce la facciamo noi: sarebbe un atto di resa, oltre che un fatto di somma ingiustizia. Siamo arrivati complessivamente a un clima di rassegnazione, mentre la strada da seguire non può che essere quella della responsabilità: chi si è impegnato a realizzare l’opera deve farlo, altrimenti pagarne le conseguenze. E questo qualcuno in ultima istanza è lo Stato: vi provveda attraverso l’Anas o con chi vuole. Certamente non possiamo pensare, ancor più dopo tanta attesa e battaglie, di rassegnarci e caricare questo costo sulle nostre spalle. E il privato deve essere messo di fronte alle proprie responsabilità e pagarne le conseguenze".   

Mentre si rammarica per l’occasione mancata con l’accantonamento della soluzione Delrio ("Un compromesso, che certamente favoriva il privato, ma eravamo a un passo dallo sbloccare la situazione"), e mentre si duole, al di là delle appartenenze di partito, del silenzio seguito al recente passaggio albese del nuovo ministro alle Infrastrutture Paola De Micheli ("Piuttosto non vengano più…"), Marello si concentra piuttosto su contingenze quali quelle opere finite nel dimenticatoio insieme all’accordo dell’aprile 1992.
"Delrio prima e Toninelli hanno tirato una riga sugli impegni assunti quando Alba acconsentì a mettere a disposizione dell’opera la propria tangenziale. Ma in quel pacchetto, da oltre 120 milioni di euro, c’erano infrastrutture fondamentali per il nostro territorio, come il terzo ponte di Alba, già progettato e in parte finanziato dai fondi Crosetto, e la sistemazione della Strada Provinciale 7, che tra poco diventerà strategica per arrivare al nuovo ospedale. E’ su questo fronte che immagino un utile impegno della Regione, per trovare i fondi necessari a realizzare finalmente il nuovo attraversamento albese sul Tanaro e per fare sì che sia magari sia l’Anas ad accollarsi e sistemare la Sp7, magari cedendo alla Provincia la Statale 231. Questi sono ragionamenti sui quali la Regione potrebbe impegnarsi e portare al territorio utili risultati".  

Ezio Massucco

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