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Attualità | 04 febbraio 2020, 10:20

Infattibile il commissariamento del Parco del Monviso “pro Donalisio”, ma sul nome del futuro presidente ancora tutto tace

La riconferma della Presidenza designata dalla precedente Amministrazione di Centrosinistra non sarebbe l’unico caso in Piemonte, dal momento che Luigi Chiappero è stato riconfermato presidente dei Parchi Reali di Torino. Quanto peseranno le dinamiche politico-partitiche interne alla Giunta Cirio?

Gianfranco Marengo

Gianfranco Marengo

Qualcuno non gradisce troppo l’attenzione che si sta riservando alla vicenda, ormai annosa, del rinnovo della Presidenza del Parco del Monviso.

Dopo l’articolo uscito nel tardo pomeriggio di martedì scorso, si è innescato il tam-tam WhatsApp tra gli Amministratori locali. Tra questi, c’è chi contesta la tesi del commissariamento: “Peccato che la Comunità (delle Aree protette del Monviso: ndr) abbia indicato dei nomi (per la Presidenza: ndr) nei termini previsti ed il commissariamento non si possa effettuare per legge, almeno per la figura del presidente”.

Il messaggio prosegue, poi, con l’invito, esteso al giornalista di “informarsi prima di scrivere”, o almeno “non scrivere solo quello che dice” un sindaco della Val Varaita, di cui omettiamo ovviamente il nome.

La legge regionale in materia Parchi è molto chiara. Il commissariamento della Presidenza dell’Ente di gestione delle aree protette del Monviso può avvenire soltanto in condizioni straordinarie, come un’eventuale sfiducia al presidente in carica.

Nel caso di specie, di fatto, il nuovo presidente del Parco che verrà nominato dal governatore della Regione Piemonte Alberto Cirio avrà funzioni di commissario sino all’insediamento dell’interno Consiglio. I membri del Consiglio dell’Ente di gestione, infatti, sono pur sempre nominati dal presidente Cirio, ma su designazione della Comunità delle aree protette.

Sul Parco del Monviso, la designazione, chiesta della Regione a settembre 2019, è stata “congelata” dall’assemblea della Comunità aree protette, in attesa di vedere che piega assumerà la nomina della Presidenza.

Alla luce di questa situazione, il futuro presidente del Parco potrebbe rimanere commissario, dopo la nomina di Cirio, per alcune settimane, sino al completo insediamento dei sei consiglieri. Sfuma quindi l’ipotesi di un commissariamento “ad hoc” per attendere la fine del periodo di incompatibilità di Gabriele Donalisio, ex sindaco di Pagno ed ex presidente del BIM del Po.

Eventualità che abbiamo riportato sei giorni fa – senza parlare con alcun sindaco in questione – e che, forse è sfuggito all’attento Amministratore autore del messaggio WhatsApp, non abbiamo nè proposto in prima persona, né tantomeno tratteggiata come elemento certo.

L’eventuale commissariamento del Parco, riportato sul nostro giornale con tutte le forme dubitative del caso, come abbiamo sottolineato e rimarcato, è stata un’ipotesi ventilata a più riprese, da più persone. Anche negli ambienti vicini alla Regione.

Perché, checché ne si dica, non è di certo un mistero che la scelta di Cirio si trova a fare i conti con le dinamiche politico-partitiche delle forze che compongono la squadra di Governo della Regione. E che il nome di Gianfranco Marengo, presidente a fine mandato, uomo nominato dall’ex governatore Sergio Chiamparino e vicino al PD, non sia così “digeribile” all’Amministrazione regionale.

Anche se la riconferma di una presidenza designata dalla precedente Amministrazione di Centrosinistra non sarebbe l’unico caso in Piemonte, dal momento che Luigi Chiappero è stato riconfermato presidente dei Parchi Reali di Torino.

Ma sullo sfondo, rimane ancora un altro dato.

L’intesa sulla nomina del presidente dell’Ente di gestione del 17 gennaio scorso, è giunta sui tavoli dell’assemblea della Comunità delle aree protette del Monviso, alla quale però non ha preso parte la Regione (il vicepresidente Carosso era invece presente alla riunione del 19 dicembre scorso).

Fonti decisamente autorevoli del Parco del Monviso inducono ad una riflessione: l’intesa, manifestata dai presenti all’Assemblea senza la presenza della Regione può considerarsi vincolante?

In qualsiasi modo la si legga, alla Regione restano comunque due strade.

O prendere atto che formalmente l’intesa non c’è stata, e procedere ad una nomina in piena autonomia, magari andando anche contro l’indicazione che viene dal territorio.

Oppure lasciare da parte il ragionamento politico-partitico, recepire l’indicazione della Comunità delle aree protette, e avallarla, confermando dunque Marengo alla Presidenza.

Nicolò Bertola

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