Politica - 06 marzo 2020, 13:00

Parco Alpi Marittime: Valmaggia dispiaciuto per la mancata riconferma dell’ing. Salsotto

Secondo l’ex assessore regionale alla Montagna la logica del “chi vince piglia tutto” ha avuto la meglio sulla competenza e la professionalità. “Quattro anni fa – osserva – gli stessi sindaci si erano espressi unanimemente a favore dell’ex Comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato”

Parco Alpi Marittime: Valmaggia dispiaciuto per la mancata riconferma dell’ing. Salsotto

 

Lunedì 2 marzo si è insediato il nuovo consiglio dell'Ente di gestione delle Aree Protette Alpi Marittime, guidato da Piermario Giordano, 54 anni, promotore finanziario di Borgo San Dalmazzo. Il presidente della Regione Alberto Cirio ha fatto sua l'indicazione dell’assemblea di sindaci e presidenti di Unioni Montane del territorio delle Aree Protette Alpi Marittime. 

Il nuovo Consiglio risulta composto da: Massimiliano Fantino ( Entracque), Valeria Marrone (Valdieri), Andrea Bodino (Chiusa Pesio), Federico Lemut (Briga Alta), Armando Erbì (in rappresentanza delle associazioni ambientaliste) e Franco Parola (associazioni agricole).

Alla carica di vice presidente è stato eletto Andrea Bodino, geometra di Chiusa di Pesio.La scelta non è piaciuta all’ex assessore regionale alla Montagna Alberto Valmaggia, il quale, sul sito dell’associazione Monviso in Movimento, ha espresso le sue critiche. “Ho appreso dai giornali provinciali – scrive Valmaggia - che il Parco Alpi Marittime ha un nuovo presidente. Finalmente! Gestazione lunga e travagliata per un risultato che in me  suscita qualche perplessità. Vengo a spiegarmi. La legge regionale delle aree protette recita, all’art.14: ”Il presidente del Parco è nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale, tra candidati con provata competenza e rappresentatività territoriale, d’intesa con le comunità delle aree protette.” Tradotto: il presidente deve essere competente in materia ed essere espressione del territorio, per questo motivo la scelta passa attraverso l’intesa con i sindaci dei Comuni del Parco, che costituiscono la comunità delle aree protette.Nel 2015 tutti i sindaci del Parco, unanimemente, indicarono l’ing. Paolo Salsotto, già comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato, quale candidato. Sottolineo all’unanimità. Un profilo tecnico di grande spessore che ha lavorato molto bene in questi quattro anni. La prova è che  tutte le delibere sono  state approvata all’unanimità dal Consiglio, senza screzi,  con puntuale informazione alla comunità del parco.Oggi, solo quattro anni dopo – osserva Valmaggia -, gli stessi sindaci cambiano radicalmente parere e, pur avendo tra le candidature anche quella del presidente uscente, pubblicamente apprezzato e indiscutibilmente super competente, si orientano in modo diverso. Prendo atto, con amarezza, di questa decisione che mi risulta incomprensibile. Avrei sperato che la competenza, quello che altri chiamano meritocrazia, prevalesse sull’appartenenza partitica. In realtà la logica del “chi vince piglia tutto”, a prescindere dalla competenza dei rappresentanti scelti, logica messa in campo a tutti i livelli da questa Regione a traino leghista nelle nomine fatte, ha riguardato anche il Parco Marittime. Il  vero rammarico – aggiunge l’ex assessore - è che il territorio, rappresentato dai sindaci, abbia avallato, supinamente questo “nuovo corso” senza nemmeno una voce di dissenso.Concludo con un augurio. Si è tutti pro-tempore, sindaci e presidenti dei Parchi. Chissà mai che nel futuro prossimo, in un’inversione di ruoli, un ottimo presidente di Parco possa ritornare a servire la propria comunità in altra veste. Magari  quella di sindaco!"

 

GpT

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