Saviglianese - 24 marzo 2020, 08:30

Ascom Savigliano: "Difficile fare previsioni sul commercio locale, ma dobbiamo essere pronti in vista della ripresa"

Le ripercussioni saranno importanti anche sul tessuto economico saviglianese. Raballo: "Quello che manca a livello a governativo è una cultura di impresa, abbiamo deciso di muoverci sia a livello nazionale che locale in vista della ripresa".

Ascom Savigliano: "Difficile fare previsioni sul commercio locale, ma dobbiamo essere pronti in vista della ripresa"

“Fare previsioni oggi sul commercio locale è estremamente difficile perché la situazione è in drammatica evoluzione” con queste parole Livio Raballo, direttore Ascom Savigliano, commenta l’attuale situazione in cui si trovano i commercianti locali della città. 

“Non abbiamo mai affrontato una crisi del genere, è senza precedenti con ripercussioni enormi e pesantissime sul sistema economico italiano. Savigliano purtroppo non ne sarà esente, ma dobbiamo essere pronti per quando le cose torneranno alla normalità”. 

L’associazione di categoria ha rilevato “l’inadeguatezza” dei provvedimenti ministeriali adottati fino ad oggi e anche la sezione saviglianese ha perciò deciso di aderire nei giorni scorsi all’iniziativa #iosonoimpresa, il grande appello collettivo per il futuro delle imprese dopo l'emergenza Coronavirus in cui vengono elencate alcune discrepanze del Decreto Ministeriale e contro le quali sono presentate delle contrapposte come l’aumento del bonus, la sospensione dei tributi o l’introduzione di un nuova flat tax. 

“Quello che manca a livello governativo è la cultura di impresa -commenta ancora Raballo, che si concentra poi sulla situazione saviglianese. “Sul nostro tessuto commerciale ci sarà un grande contraccolpo. Dopo la chiusura obbligatoria di alcuni negozi, anche tanti di quelli che potevano restare aperti come gli alimentari hanno deciso di chiudere perché la gente non esce di casa e il rispetto delle norme di sicurezza purtroppo ha fatto registrare comunque perdite di incasso”.  

Partendo da questi presupposti l’Ascom ha deciso di muoversi sia dal punto di vista nazionale, con l’adesione all’appello collettivo, sia a livello locale per essere pronti alla ripresa quando ci sarà un ritorno alla normalità. “Dobbiamo essere pronti per il rilancio e a far presa sulla sensibilità generale collettiva della popolazione quando ci sarà la cosiddetta 'reverse spending', ovvero quando dopo tante settimane di chiusura la gente tornerà a spendere. La speranza è che le persone si ricordino proprio dell’importanza che hanno avuto i negozi di vicinato nel reggere in piedi la comunità. Comunità che dovrebbe poi raccogliersi di nuovo attorno ai propulsori della vita cittadina come bar e ristoranti”. 

Ma quanto potranno dunque resistere le piccole realtà economiche? Alcune settimane secondo il direttore Ascom Savigliano, ma non oltre. “Il sistema economico è già fragile di per sé, il sistema della distribuzione è ancora più fragile. Non si può resistere a lungo. Il sistema non reggerà per più di qualche settimana. La speranza è che si arrivi al più presto al picco del virus per poi riprendere con le attività”.  

I commercianti comunque non si arrendono e in questi giorni continuano a condividere informazioni, scambiarsi opinioni e pensare alla ripartenza. “Bisogna combattere contro la depressione. Io vedo entrambi gli umori dei nostri associati, da un lato c’è amarezza e tristezza, dall’altro però vedo una forte volontà nel rifiorire e nel ripartire. C’è di sottofondo una fiducia nell’impresa e nel prepararsi alla ripresa”. 

Chiara Gallo

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