Alla clinica Monteserrat di Borgo San Dalmazzo potrebbero arrivare una trentina di pazienti positivi al Covid-19 in via di guarigione.
La conferma arriva dall'Asl Cn1 nella persona di Domenico Luigi Barbero, direttore del Distretto di Cuneo: “Come indicato dall'Unità di Crisi Regionale, stiamo cercando strutture intermedie in grado di ospitare pazienti che non sono ancora gestibili a casa. Si sta pensando ai cosidetti CAVS (letti di continuità assistenziale a valenza sanitaria) e Monserrato è una di questi, sia alle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali per anziani). Nei CAVS andrebbero quei pazienti con sintomatologia o terapie da fare che non sarebbero ancora gestibili a casa, mentre le residenze per anziani dovrebbero ospitare un livello più basso, cioè persone che non hanno quasi più bisogno di terapia sanitaria ma solo di intervento assistenziale e sociale”.
In ospedale i ricoverati sono molti (431 in terapia intensiva in tutto il Piemonte secondo l'ultimo bollettino, con 518 casi positivi in provincia di Cuneo) e si vuole dare la precedenza alle acuzie.
Per cui una casa di cura come quella in frazione Sant'Antonio Aradolo a Borgo sarebbe perfetta, fatto salvo il trasferimento degli attuali pazienti ricoverati, a casa o in altre strutture.
“L'ipotesi più accreditata e avanzata è al momento Monserrato per cui si stanno valutanto una trentina di posti letto - conferma Barbero -. Tuttavia siamo ancora sul piano delle ipotesi. Non c'è ancora nulla di certo. Siamo in fase di progettazione per problemi da risolvere sia organizzativi, che autorizzativi e che ancora gestionali. E intanto altre strade sono aperte”.
Torniamo a sottolineare che si tratterebbe di pazienti positivi al Covid-19 non acuti. “Parliamo di pazienti pre-casa – spiega ancora Barbero -: cioè in via di guarigione. Ancora positivi che si stanno negativizzando prima di passare al domicilio”.
Anche dalla clinica Monteserrat confermano: “Ci siamo attivati per fare il tutto. Il problema di fondo è che dobbiamo avere la certezza di avere i dispositivi di sicurezza adeguati. Non vi è ancora nulla di definitivo rispetto allo spostamento dei pazienti attuali per lasciare spazio a quelli positi al Covid-19”.