Regione - 30 marzo 2020, 08:00

"Il coronavirus non si trasmette con gli alimenti, ma dovete rispettare le norme igieniche. Ok il cibo d'asporto". Lo dice l'Istituto Zooprofilattico

Abbiamo intervistato la dottoressa Decastelli: "I cibi di origine animale vanno sempre cotti, così come i surgelati. Lavate frutta e verdura ma senza ossessioni. Fate attenzione quando maneggiate gli imballaggi"

La sede dell'Istituto Zooprofilattico di Torino

La sede dell'Istituto Zooprofilattico di Torino

Il coronavirus non si trasmette per via alimentare: lo abbiamo letto e ascoltato da medici e virologi, che fin dall'inizio dell'epidemia hanno sottolineato l'alta improbabilità di un contagio via cibo. “La trasmissione del virus – spiegano – può avvenire soltanto per trasmissione orale, tramite la saliva”.


Siamo tranquilli, dunque? Per conferma lo abbiamo chiesto alla dottoressa Lucia Decastelli, responsabile della S.C. Sicurezza e Qualità degli Alimenti all'Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta.


Dottoressa Decastelli, state facendo studi sulla possibile trasmissione del Coronavirus Covid-19 tramite il cibo?


“Ad oggi noi sappiamo che il contagio non avviene per via alimentare, ma tramite le vie aeree, di conseguenza l'Istituto non ha avviato controlli specifici sugli alimenti. Se la trasmissione tramite il cibo è da ritenersi molto improbabile, ci sono però piccoli accorgimenti che è sempre meglio seguire, come lavarsi spesso e bene le mani e lavare bene frutta e verdura prima di mangiarle. Tutte norme che andrebbero seguite sempre e non soltanto in questo periodo di epidemia”.


Può spiegarci nello specifico come trattare i diversi alimenti per scongiurare il rischio contagio?

“Molto importante è evitare cibi crudi: vanno cotti tutti i cibi di origine animale, come latte, carne e pesce. Inoltre bisogna evitare contaminazioni tra cibi cotti e crudi. Attenzione per esempio agli utensili che si utilizzano in cucina: se si usa uno stesso coltello per la carne prima di cuocerla e poi per il prosciutto che si mangia a tavola, o per tagliare una mela o la verdura, si fa un errore. Anche gli utensili vanno lavati dopo ogni utilizzo. Ah, molto importante: la pastorizzazione equivale a una cottura, quindi è sicura”.


Altro?

“Sì. Su frutta e verdura va fatto un lavaggio accurato, anche solo con acqua corrente. Se invece qualcuno si sente più sicuro con l'amuchina, ovviamente male non fa, anche se ripeto che non è necessaria. Per togliere eventuali microbatteri è sufficiente un solo lavaggio, magari subito dopo l'acquisto. Poi però è molto importante anche l'organizzazione del frigo: i cibi cotti vanno tenuti in delle scatole chiuse, frutta e verdura lavate nei cassetti”.


Ma c'è il rischio che il virus sopravviva in frigo?

“I nostri studi ci dicono che a -20°C quasi tutti i virus resistono molto bene: proprio per questo prodotti surgelati e congelati da freezer devono essere cotti sempre prima di essere consumati. Stando attenti anche in questo caso a non usare gli stessi utensili che poi useremo per frutta e verdura. Diverso il discorso del frigo: a 4°C il virus ha una resistenza massima di 72 ore e non c'è il rischio che si moltiplichi”.


E cosa ci dice degli imballaggi, quelli sono sicuri?

“I report internazionali dei Cdc (Center for disease prevention and control) e dell'Agenzia europea per la sicurezza degli alimenti (Efsa) di febbraio ci dicono che è molto improbabile che una persona possa prendere il virus attraverso un imballaggio. Ma anche in questo caso bisogna avere un minimo di attenzione: se un malato starnutisce su un imballaggio che poi finisce nelle nostre mani, il contagio è possibile. Basta quindi avere la solita accortezza: dopo che si prendono in mano confezioni o scatole, comprese quelle consegnate da un fattorino a casa, bisogna lavarsi bene le mani.


Sul cibo d'asporto quindi siamo tranquilli?

“Sì, sempre tenendo presente quanto già detto: eviterei di ordinare i cibi crudi e avrei quel minimo di attenzione sugli imballaggi, lavando bene le mani dopo aver aperto il pacco. C'è da dire, facendo un discorso più generale sul delivery non strettamente legato al coronavirus, che i rischi di contaminazione sono davvero molto bassi: dagli studi che abbiamo effettuato, i tempi di consegna sono talmente brevi che non c'è il rischio di moltiplicazione dei microrganismi responsabili delle intossicazioni alimentari. Il consiglio quando si prende cibo da asporto può piuttosto essere di mettersi a tavola il prima possibile e consumare presto il cibo che arriva, in modo da mantenere la catena del freddo”.

Daniele Angi

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