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Curiosità | 31 marzo 2020, 18:10

Premio letterario Città di Cattolica 2020: "Favola imbadita" di Paola Gula trionfa nel Premio Speciale della Critica

L''autrice dell'opera, edita da Golem Edizioni: "La passione per la letteratura, l’enogastronomia, la scrittura, l’analisi sensoriale e le lingue sono gli ingredienti del mio lavoro degli ultimi anni"

Foto generica

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Parla cuneese il libro vincitore del Premio Speciale della Critica del Premio Letterario Internazionale Città di Cattolica 2020: si tratta infatti di "Favola imbandita" (Golem Edizioni) di Paola Gula.

Rosalinda è un’agguerrita giornalista del settore enogastronomico, addirittura temuta, nella sua realtà piemontese. Roberto Servieri, il potente e affascinante direttore della più influente rivista d’Italia, l’ha notata, ne ha apprezzato il talento, la grinta e l’intelligenza e ha deciso che deve far parte del suo staff milanese. La proposta di Roberto giunge a Rosalinda come una valanga e la pone di fronte a un bivio.

L’esitazione dura poco. Consigliata dai due amici del cuore, si lancia nell’avventura e va a Milano. Però protegge il suo segreto, a Cuneo, dove vive, assumendo una seconda identità, quella della dolce e sentimentale Linda. Il gioco degli equivoci comincia così a generare onde sempre più intricate, buffe e a tratti sconvolgenti, nella vita di Rosalinda, che da un lato deve destreggiarsi fra gli assalti amorosi del seducente Roberto, il boss di Milano, e fronteggiare, nei panni di Linda, quelli dell’aitante Ale, istruttore di ginnastica. Dentro la cornice di un Piemonte poco conosciuto, tra vini, formaggi, libri, ristoranti e qualche risata, fra colpi di scena degni di un giallo e un finale inaspettato, si dipana l’avventura dell’agguerrita giornalista dalla doppia vita.

Paola Gula è nata a Ceva ed è una notissima giornalista enogastronomica, oramai anche affermata giudice de “La prova del Cuoco” su Rai Uno. Dice di sé: “Le cose che amo di più: bere, mangiare, leggere, scrivere... e non necessariamente in questo ordine! La passione per la letteratura, l’enogastronomia, la scrittura, l’analisi sensoriale e le lingue sono gli ingredienti del mio lavoro degli ultimi anni. Fin dai tempi dell’università ho cercato di mettere insieme i miei interessi e alla fine sono riuscita a coniugarli. Cibo, vino, birra, liquori per me non sono soltanto un modo per star bene, ma raccontano un pezzo della nostra storia, sono cultura. Il cibo cotto è la prima espressione dell’uomo evoluto. Quello che, con il sorriso, lo distingue dagli animali. Con il tempo ho scoperto anche che è difficile trovare un poeta, un filosofo o uno scrittore che non ne abbiano parlato, perché il cibo fa parte della nostra umanità evoluta come la poesia e la musica”.

comunicato stampa

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