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Saviglianese | 10 aprile 2020, 14:22

Racconigi: salgono a 27 i casi positivi al Covid-19. Il sindaco fa il punto dell’emergenza con i medici di famiglia racconigesi

“Dobbiamo abituarci a regole nuove, non siete soli siamo qui a lavorare con voi”

Racconigi: salgono a 27 i casi positivi al Covid-19. Il sindaco fa il punto dell’emergenza con i medici di famiglia racconigesi

Il sindaco di Racconigi, Valerio Oderda, insieme a una rappresentanza dei medici di famiglia di Racconigi, aggiorna sulla situazione Covid 19 in città.

 

I dati sono purtroppo in crescita “abbiamo raggiunto il numero di 27 casi positivi al Coronavirus - conferma il sindaco -. Gli ultimi sette casi sono cavallermaggioresi presso la struttura socio sanitaria di Cavallermaggiore, Fondazione San Giorgio, dove cinque sono ospiti e due operatorii positivi. Solidarietà alla comunità di Cavallermaggiore, gli siamo vicini”. 

 

Ci sono poi i dieci casi in situazioni di degenza o internato che hanno contratto il virus all’interno delle strutture sanitarie, altri sei contagi sono legati ad attività sanitaria diretta ovvero di medici, infermieri e operatori sanitari. 

 

11 i casi di cittadini che come conferma il sindaco “sono stati dei microcontagi da nuclei famigliari, un piccolo sviluppo però si è limitato”. 

 

Limitare il più possibile i contatti personali, è il consiglio da parte dei medici di famiglia intervenuti insieme al sindaco. 

“Vorremmo raccomandare di continuare a mantenere le distanze tra le persone  - spiega la dottoressa Ellerapensando non alle sanzioni, ma che così facendo diventiamo uomini e donne migliori, responsabili per noi stessi ma soprattutto per i nostri cari e il prossimo. Dobbiamo abituarci a regole nuove”.  

 

Del medesimo parere il dottor Panero: “Le strette di mano, gli abbracci sono diventanti delle armi. Questo sacrificio che facciamo oggi è l’unico modo per vedere il giorno in cui i contagi andranno a diminuire. Solo così potremmo tornare alla nostra vita di sempre”. 

 

“Ci si ordina di restare a casa perché uscire vuol dire incontrare altre persone, vale a dire assembrarsi, vuol dire aumentare il rischio di contagi, di ammalarci e di far ammalare altre persone che possono ammalarsi in modo grave e mortale - aggiunge Gazzera -. Tante le conseguenze possibili. Farei un appello a due valori: il senso civico, come comunità in stretta correlazione con gli altri, e la responsabilità, intesa come risposta ragionevole a quello che stiamo facendo, sto alle regole perché sento che queste regole sono ragionevoli”. 

 

“Un momento difficile - conclude il dottor Panepinto - non dobbiamo prenderli come divieto ma come forte raccomandazione atta a evitare il contatto e il contagio perché è l’unico modo per evitare la malattia nelle sue forme più aggressive. Come medici siamo abituati a gestire le forme influenzale, ma questa è una situazione nuova”. Il rischio più alto resta sempre gli anziani e per i malati, ma anche per i giovani. “Il giovane che contrae il virus, resiste per più giorni alla sofferenza respiratoria, ma quando poi precipita, nell’arco di sei ore, non respira più e quando arriva in ospedale è troppo tardi. Facciamo attenzione per sé e per la famiglia per tutti i vicini. Ribadiamo che noi siamo sul territorio e siamo presenti in tutti i modi, i nostri ambulatori sono aperti a gestire non solo il Covid-19 ma anche tutte le altre malattie”.

c.g.

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