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Regione | 14 aprile 2020, 13:09

Cirio: "Conferma delle misure restrittive necessaria, in Piemonte il coronavirus va via più lentamente"

Il governatore, intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Rai, ha parlato anche della fine del lockdown: "Stiamo predisponendo una guida per chi vuole lavorare in sicurezza"

Cirio: "Conferma delle misure restrittive necessaria, in Piemonte il coronavirus va via più lentamente"

In Piemonte il coronavirus "sta andando via più lentamente" rispetto ad altre regioni. Per questo la Regione ha deciso di mantenere tutte le chiusure, non dando l'ok alla riapertura dei negozi di vestiti per neonati, cartolerie e librerie. Lo ha spiegato il governatore Alberto Cirio intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Rai.

"La nostra regione sta vivendo quello che Lombardia, Veneto ed Emilia hanno vissuto dieci giorni prima - ha spiegato - Abbiamo uno scostamento che ci dice che da noi il virus sta andando via ma in modo più lento, mentre il dato dei ricoveri in terapia intensiva è positivo e continua a dirci che negli ultimi dieci giorni la curva si appiattisce. Ci sono dunque elementi di positività, ma non bisogna allentare le misure di contenimento del virus".

"Stiamo lavorando per far stare la gente in casa e riaprire una libreria vuol dire che giustifico il fatto che uno esca per andarsi a comprare un libro. Lo trovo assurdo, non l'ho proprio capito...", ha detto Cirio, a proposito del recente decreto del premier Conte che consentiva alcune riaperture. "In questo momento, almeno per il Piemonte, è prematuro ed è il motivo per cui rimangono le chiusure. Dobbiamo mantenere le misure di contenimento".

Anche il Piemonte, comunque, si sta preparando alla fase 2, alla fine del lockdown: la Regione lavora con il Politecnico alla ripresa delle attività produttive. "Oggi pomeriggio abbiamo l'ennesimo incontro, stiamo predisponendo un vademecum, una guida per chi vuole lavorare in sicurezza", ha dichiarato Cirio. "Abbiamo bisogno che le nostre attività ripartano e, quindi, facciamo una proposta al governo, scientificamente testata dall'università, che può dare una graduazione di ritorno al lavoro, magari anche legato all'età, per far tornare a lavorare le persone meno esposte al rischio".

"Penso si possa ragionare su un orario di lavoro diverso, magari che non preveda la mensa", ha precisato il governatore.

Redazione

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