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Attualità | 20 aprile 2020, 17:27

La quotidianità al tempo del Covid-19: vita da musicisti nelle parole di Francesco Bertone

“Ho congelato tutte le attività, la tecnologia aiuta in tanti settori, ma come posso insegnare il contrabbasso attraverso uno schermo?

La quotidianità al tempo del Covid-19: vita da musicisti nelle parole di Francesco Bertone

Francesco Bertone è contrabbassista e bassista. Insegna a Fossano in FFM dal 1997. La sua carriera è costellata di moltissime collaborazioni eccellenti, album e concerti sia come solista che con i “Footprints” e con i “Trelilu”, di cui è Franco. Come docente gode di un’alta considerazione da parte dei suoi allievi e colleghi in Fondazione Fossano Musica.

Il mondo della musica ha subito, fin dai primi giorni di epidemia da Covid-19 una battuta d’arresto e ancora non si sa quando potrà ripartire la musica dal vivo. In un periodo in cui moltissimi musicisti stanno sostituendo il pubblico live con quello social, quella di Bertone è una posizione in controtendenza.

“Ho sospeso tutte le attività anche quelle di insegnamento. Seguo costantemente i miei allievi, propongo pezzi nuovi, ma sono contrario alle video lezioni. Come si fa a insegnare il contrabbasso con la latenza dei collegamenti audio e video. Il fuori sincrono impedisce di seguire bene. Sarebbe faticosissimo e non porterebbe risultati. Per questo motivo ho congelato le mie lezioni fiducioso nella possibilità di avere la scuola aperta in estate per recuperare”.

In questo periodo proliferano sui social network iniziative di musicisti più o meno di alto livello che offrono momenti di intrattenimento: “Sono d’accordo con Nick Cave. Credo che in questo momento sia opportuno fare un passo indietro. C’è un’emergenza sanitaria mondiale da risolvere e ci si deve concentrare su quello. Personalmente ho fatto il meno possibile, limitando al massimo il numero degli interventi video: sia perché la qualità il più delle volte lascia a desiderare, sia perché c’è un’offerta immensa e tirarsi indietro è una buona idea. Non amo esageratamente la tecnologia e credo che ci siano talmente tante cose che non è più possibile vedere tutto. Esce un brano al secondo e si confondono i virtuosi con gli improvvisati. Serve a qualcosa?”.

Un presente congelato, dunque, e un futuro abbastanza incerto per il mondo della musica e del teatro in generale: “Siamo stati i primi a chiudere e gli ultimi a riaprire. Al di là di questo momento in cui siamo tutti in casa e sfruttiamo il tempo per fare cose accantonate da tempo, la lunga prospettiva rappresenta una incognita enorme. Bisogna capire quando si potrà riprendere l’attività concertistica, in che misura, chi avrà ancora denaro da spendere in cultura. Sono questioni che vanno al di là anche della volontà dei singoli Stati perché le indicazioni sono quelle dell’OMS. Per il nostro settore la musica dal vivo è indispensabile, ma aggreghiamo gente e dunque andiamo contro le direttive sanitarie. Anche in fabbrica in parte è così, ma si riesce a immaginare un concerto con un pubblico distanziato?”

Anche l’attività dei Trelilu è ferma in questo periodo: “Ci siamo interrogati, abbiamo immaginato un futuro con una specie di drive in con il pubblico in auto con i finestrini abbassati e sul palco, al posto dello schermo, un concerto. Chissà… magari verranno in mente soluzioni che non presuppongano il contatto…”. Riflessioni che scaturiscono anche dall’osservazione delle persone in questo periodo storico così unico: “Avete notato che, attraverso le mascherine le persone parlano più piano? È un po’ come se parlando con un tono di voce normale aumentasse il contagio. Immaginiamo la reazione nei confronti di una persona canta! La situazione che stiamo vivendo è una cesura grande e totalmente nuova e bisognerà vedere come saremo in grado di risolverla anche dal punto di vista psicologico”.

Intanto però si occupa il tempo facendo cose accantonate da tempo: “Il mio metodo di insegnamento si basa sui brani e non sui libri. Per ogni tecnica che affronto ho una rosa di brani da proporre all’allievo. Questo metodo ha dato vita a un grande catalogo in continuo aggiornamento, scopro continuamente sia musiche che non conoscevo, sia musiche nuove. In questo periodo mi sono dedicato a questo grande catalogo che oggi è composto di circa 800 pagine di titoli e specifiche. Finalmente hanno un indice e un’organizzazione e non sono più appunti sparsi”.

Agata Pagani

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