L’attività sportiva, dall’agonismo all’amatoriale, è sempre stata – e sempre sarà – simbolo di condivisione, non importa in quale forma; allo stadio, in palestra, all’aria aperta o in diretta. Il fenomeno delle lezioni live sta ormai spopolando su tutti i social, tanto da farci riflettere su come potrà essere lo sport dopo il Covid-19.
Vediamo innanzitutto com'era prima: importante. La sua grande importanza si mostra anche durante l’emergenza: personal trainer, istruttori e ballerini intrattengono, grazie ai social network, non solo i propri clienti ma anche tutte quelle persone che vogliono mantenersi in movimento tra le mura domestiche.
Lo sport, costretto a spegnersi, offline, si è riacceso nel mondo dell’online. Lezioni in diretta, challenge, moltissimi contenuti inerenti al fitness. Proprio in quarantena in molti hanno finalmente trovato il tempo di fare esercizio fisico, spesso anche tutti i giorni.
Indubbiamente la comodità di allenarsi a casa, in pigiama, di fronte alla tv può indurci nella tentazione di farlo davvero per sempre ma allora perché non ci abbiamo mai pensato prima? Una piccola nicchia di sportivi si è sempre allenata in casa, con i propri attrezzi o a corpo libero, e tutti gli altri? In palestra. Ma perché?
Per ragioni fisiologiche, funzionali, sociali ed economiche. Per potersi allenare nel migliore dei modi la nostra mente e il nostro corpo hanno bisogno di concentrazione: quest’ultima è data proprio dalla palestra, un luogo preciso e definito, all’interno del quale ci si allena.
Il cervello solo al pensiero della sala pesi, della sala corsi e dei tapis roulant inizia a produrre una serie di ormoni, come l’adrenalina, che ci “caricano”, ci preparano: proprio come quando senti il profumo di un buon cibo e ti viene subito fame. A tutti gli amanti dello sport capita lo stesso anche solo preparando il borsone la sera prima: l’accappatoio, le ciabatte, l’asciugamano… tutti questi piccoli gesti, inizialmente pesanti e insormontabili, diventano abitudini e ci teletrasportano, in un nano secondo, in palestra.
In palestra non troviamo solamente pesi, attrezzi e spalliere, ma anche professionisti grazie ai quali possiamo allenarci correttamente, imparare la tecnica degli esercizi, essere corretti e ogni tanto fare quattro chiacchiere. E proprio in quelle quattro chiacchiere si mostra il nostro bisogno di socialità; proprio in palestra, condividendo passione e sacrificio, si stringono amicizie profonde.
Un corso di spinning non è mai pedalare e basta, una lezione di Pilates non è solo respirare e fare stretching, un’ora di allenamento funzionale non è solo sudare e saltare. Dietro a ogni corso, dietro a ogni allenamento c’è molto di più; e anche il più introverso, asociale e demotivato può trovare, in palestra, il suo posto e il suo sfogo. Può trovare la motivazione grazie agli altri.
È un percorso che chiama in causa tutti i sensi, la vista, l’udito, il tatto. La reale e concreta condivisione della fatica ci porta ad amarla, insieme. Pagando un abbonamento, una lezione, una seduta con un personal trainer non investiamo solo del tempo ma anche del denaro, e questo ci porta chiaramente a voler un riscontro per quell’investimento, e così, in quello scambio, si impara la costanza.
La magia dello sport non potrà mai avvenire in salotto, in camera da letto o in corridoio: per quanto la tua connessione possa essere veloce non sarà mai così intensa come guardarsi negli occhi, senza filtri.