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Attualità | 30 aprile 2020, 09:40

Bambini e famiglie nell'oblio del Coronavirus: ANCI al lavoro per dare loro risposte concrete

In questo periodo di emergenza epidemiologica, l'Italia ha dedicato poche attenzioni e ancor meno pensieri ai giovanissimi e ai loro genitori. L'appello di Michele Pianetta, vicepresidente di ANCI Piemonte: "I piccoli Comuni e le periferie siano scelti come modello per la ripartenza"

Bambini e famiglie nell'oblio del Coronavirus: ANCI al lavoro per dare loro risposte concrete

Premessa, doverosa: un contesto epidemiologico simile a quello che l'Italia e il mondo intero stanno affrontando da alcune settimane era francamente inimmaginabile sino a pochi mesi fa e non è un delitto sottolineare come sostanzialmente tutti i Governi dell'orbe terracqueo si siano trovati in seria difficoltà e abbiano talvolta indugiato troppo sul da farsi.

Però è innegabile che, per quanto concerne il nostro ambito nazionale, le esigenze dei bambini e delle loro famiglie non abbiano ricevuto tante attenzioni quante ne avrebbero meritate.

Basta prendere come riferimento l'ultimo discorso del premier Giuseppe Conte, nel quale sono stati illustrati i paletti della cosiddetta Fase 2: ebbene, nessun riferimento alla scuola, nessun riferimento a formule di sostegno ai genitori che si apprestano, in determinati casi, a ritornare al lavoro.

Un silenzio assordante, rotto soltanto da una domanda giunta dai giornalisti collegati in videoconferenza: poco, troppo poco per un Paese che si fregia di essere il modello che gli altri Stati europei hanno deciso (o dovrebbero decidere) di seguire per uscire dal dramma del Covid-19.

È di quest'avviso anche l'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), che nella recente riunione della sua Commissione ha interpellato i ministeri dell'Istruzione, alla Famiglia e alle Politiche sociali per bocca di Cristina Giachi, responsabile del settore Scuola e vicesindaco di Firenze, chiedendo di "lavorare insieme ai Comuni italiani per trovare soluzioni condivise in previsione del nuovo anno scolastico e che permettano di avviare già dai prossimi mesi attività rivolte ai bambini e alle bambine, utilizzando prioritariamente gli spazi aperti, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza". Senza dimenticare, inoltre, l'esigenza di attivare "misure di supporto alle famiglie, come servizi educativi alternativi, soprattutto per i bambini del segmento 0-6".

Una questione di cui si fa portavoce anche il vicepresidente di ANCI Piemonte e vicesindaco di Villanova Mondovì, Michele Pianetta, che rimarca con forza come questa fase di stallo attuale in merito a tale tematica vada sormontata dando fiducia, per una volta, ai piccoli Comuni. "La ripartenza può iniziare proprio dalle periferie e dai grandi spazi di cui dispongono i nostri territori, ove non mancano certo le possibilità di scongiurare la formazione di assembramenti - ha commentato -. Noi di ANCI riteniamo centrale il ruolo delle famiglie nella nostra società e per questo stiamo elaborando alcune proposte da rivolgere non solo al Governo, ma anche alle singole regioni".

Fra queste, figurano ad esempio l'apertura dei centri estivi e di altri luoghi d'incontro per i più piccoli, chiaramente nella piena osservanza delle norme relative al distanziamento sociale e ai dispositivi di protezione individuale da indossare. "Molti genitori stanno per rientrare al lavoro e altri, invece, proseguiranno con lo smart working - ha asserito Pianetta -. In ambo i casi, saranno costretti a lasciare i bambini abbandonati a se stessi durante l'orario lavorativo e noi non vogliamo che questo accada".

D'altro canto, basterebbe sforbiciare un po' quella siepe che ci separa dai nostri vicini europei (e che, evidentemente sì, "il guardo esclude") per accorgerci che non si tratterebbe di un unicum nel Vecchio Continente: domenica scorsa, in Spagna, il premier Pedro Sánchez e la sua squadra di Governo hanno dato il via libera alle uscite di casa dei minori di quattordici anni accompagnati da un solo genitore ed esclusivamente per un'ora al giorno nella fascia compresa fra le 9 e le 21, senza allontanarsi troppo dalla propria abitazione (consentito al massimo un chilometro di distanza).

Nella penisola iberica biciclette e monopattini sono stati dunque rispolverati e il sorriso è tornato a incorniciare i volti di bambini e ragazzi, che forse più di tutti stanno patendo questo azzeramento repentino della socialità, attorniati in questa nuova quotidianità da soli adulti, senza occasioni di confronto con i propri coetanei.

Guardando a settentrione, invece, ha fatto notizia la decisione assunta dall'esecutivo della Finlandia, che ha organizzato una conferenza stampa in videocall, trasmessa in diretta su Youtube, alla quale sono stati invitati bambini d'età compresa fra i 7 e i 12 anni che hanno avuto modo di rivolgere i propri quesiti al primo ministro Sanna Marin, al ministro dell'Istruzione Li Andersson e al ministro della Cultura Hanna Kosonen.

Ne è derivato un dibattito ricco di spunti interessanti, che ha consentito ai giovani intervistatori di acquisire qualche certezza in più rispetto al panorama catastrofico presentato quotidianamente dai tg (si può giocare a pallone nel cortile di casa per qualche ora, ma senza invitare gli amici, ndr) e di sentirsi, finalmente, considerati. Bastava questo, in fondo, per farli stare bene.

Alessandro Nidi

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