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Al Direttore | 05 maggio 2020, 09:03

"Bicicletta al centro della fase 2: servono progetti seri per favorirne l'utilizzo nelle nostre città"

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera dei presidenti Bruno Piacenza e Domenico Sanino

Foto generica

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Un momento eccezionale come quello che stiamo vivendo ha bisogno di risposte altrettanto eccezionali e dovremmo arrivare pronti all'appuntamento delle prossime settimane, sottolineando che l’auto non è la soluzione.


Servono azioni concrete per la “riapertura”, attuabili nell'arco di pochi mesi, attingendo anche a risorse relativamente contenute e in parte già disponibili (provvedimenti già contenuti in Leggi dello Stato). L’importante sarà avere idee chiare per affrontare la fase in cui ci si rimetterà in moto, con progetti semplici e praticabili, con l’impegno di tutti, cittadini, Sindaci, Regioni, Governo perché il dopo non sia più come il prima.


In questo contesto la bicicletta rappresenta il mezzo ideale per spostamenti frequenti, veloci ed efficienti, in sicurezza per contrastare possibili contagi da Coronavirus nella fase di ripresa dall’emergenza, ma anche più in generale in un futuro a basso impatto ambientale nei paesi e nelle città, per abbattere l’inquinamento atmosferico e ridurre i consumi energetici. La diffusione di e-bike (biciclette a pedalata assistita), e fra poco anche di tricicli elettrici, permette a persone anche non allenate la possibilità di percorrere lunghe distanze e superare dislivelli. E questa nuova possibilità fa sì che si possa ipotizzare, a maggior ragione, anche la creazione di una vera rete ciclabile in sicurezza di collegamento fra Comuni, utilizzabile anche da pedoni. Nulla di nuovo, altrove è già realtà.


Più persone in bicicletta e percorsi ciclabili nuovi. La bicicletta è il mezzo che permette il migliore distanziamento: per cui è ora il momento di realizzare percorsi ciclabili temporanei di emergenza (con segnaletica orizzontale e verticale) lungo gli assi prioritari e le tratte più frequentate, riservando lo spazio per poi dotarli di protezioni e passaggi esclusivi mirando a trasformarli nei mesi successivi in vere ciclabili, anche per collegamenti esterni, fra paesi e città. È la soluzione che stanno praticando tante città in giro per il mondo: a Montpellier con una striscia di vernice e cordoli di protezione con conetti provvisori, a Berlino allargando le piste ciclabili con nuove strisce laterali. Stesse misure decise a Bogotà come a Vancouver, a New York come a Boston e Parigi (qui 650 Km previsti, togliendo spazi a parcheggi e corsie per auto). In Nuova Zelanda il Governo ha deciso di finanziare queste misure da parte dei Comuni. Questi interventi sono a costo quasi zero e le risorse per realizzare vere ciclabili ci sono: nella Legge di Bilancio 2020 sono stati stanziati 150 milioni di Euro per il co-finanziamento di percorsi ciclabili urbani. Cosa aspetta il Ministero delle Infrastrutture a emanare il Decreto che fissa i criteri per l’erogazione dei fondi?


Intanto però i Comuni si possono preparare, in modo da avere progetti seri da candidare e un piano da cui “si evinca la volontà di procedere allo sviluppo strategico della rete ciclabile urbana”, come sottolinea la Legge, in modo che nel 2021 possano partire i cantieri. L’importante è che si tratti di reti ciclabili fatte bene!!!

Il presidente di Legambiente Cuneo Bruno Piacenza

Il presidente Pro Natura Cuneo Domenico Sanino

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