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| 15 maggio 2020, 19:43

LA SPINTA INNATA ALL’AUTOGUARIGIONE

La tendenza all’autoguarigione e alla crescita la abbiamo incontrato in questi mesi in tante storie di resilienza

LA SPINTA INNATA ALL’AUTOGUARIGIONE

E’ iniziata la fase due: è una ripartenza protetta.

Gli psicologi del Trauma Center ci offriranno qualche spunto per ripartire e fare tesoro dell’esperienza vissuta finora e valorizzare quanto abbiamo imparato nella fatica della quarantena.

Gli psicologi del Trauma Center sono contattabili dal 4 al 18 maggio dal lunedì al giovedì dalle 11 alle 12.30

L’essere umano ha una spinta innata alla crescita e all’autoriparazione: è la forza che ci motiva a superare gli ostacoli, la stessa che troviamo nel bulbo di una patata che posta in una cantina buia deforma i suoi germogli pur di tendere verso la luce che esce da una finestrella.

La spinta all’autoguarigione la vediamo all’opera quando lavorando con vittime di traumi utilizziamo la tecnica EMDR: di fronte al ricordo traumatico la mente riesce a trovare una via d’uscita individuando un piccolo elemento di speranza, che aiuta la rinascita, anche nella situazione più buia, come può essere il ricordo della voce rassicurante di un infermiere durante una lunga ospedalizzazione.

La tendenza all’autoguarigione e alla crescita la abbiamo incontrato in questi mesi in tante storie di resilienza. Ho conosciuto Stefania mentre era in una terapia intensiva. Aveva appena dato alla luce il suo bambino nel periodo della pandemia dopo un parto complesso. Nonostante il trauma aveva una grande forza: ripeteva che non era importante la paura del prima, ma la felicità per il suo bimbo. Mi concentro sulle possibilità di oggi, solo nel presente sta la felicità - diceva - e ne è uscita vittoriosa.

La spinta all’autorealizzazione ci porta anche ad essere collaborativi e responsabili rispetto alle fragilità altrui. Come Annamaria, una poliziotta pugliese che, di fronte agli anziani che uscivano di casa nel periodo del lockdown, evitava di avere un atteggiamento giudicante e si fermava a spiegare loro con delicatezza i rischi dello stare fuori. Li riaccompagnava sulla via di casa e ogni giorno passava a salutarli sotto la loro finestra.

Stefania e Annamaria ci hanno inviato la foto del loro balcone, che trovate nel post.

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