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Politica | 17 maggio 2020, 11:30

Comuni e Provincia fondamentali per la ripartenza dell’economia cuneese

Gli Enti Locali, anello cruciale di una democrazia sempre più fragile, devono essere messi in condizione di poter agire. Da sempre rappresentano la parte della pubblica amministrazione più pronta a reagire e a rimboccarsi le maniche

Comuni e Provincia fondamentali per la ripartenza dell’economia cuneese

Sono – o almeno tutti auspicano che siano – i giorni della ripartenza.

Non se ne può più di bollettini di morti, di contagiati, di isolamenti cautelari: numeri freddi, spesso di difficile interpretazione, perché privi di possibilità di comparazione.

Superata, almeno per il momento, la fase più drammatica dell’emergenza sanitaria, il grido accorato che si leva dagli operatori economici è quello di poter riprendere le attività il più celermente possibile.

Al di là di quelli che sono i sussidi che Governo e Regione stanno decidendo, non senza ritardi e farraginosità, s’impone la necessità che gli enti locali, Comuni e Province, siano in prima fila perché rappresentano l’anello più solido (l’ultimo verrebbe da dire) di una democrazia che inizia ad evidenziare crepe.

Storicamente hanno contribuito allo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi anche in momenti di ciclo economico negativo e possono giocare ora un ruolo fondamentale per far ripartire l’economia.

Solo loro, avendo il polso della situazione, sono in grado di sprigionare quell’

onda d’urto necessaria in questo momento.

Ma perché ciò avvenga, in una fase straordinaria post-emergenza, serve una decisa semplificazione di tutte le procedure autorizzative, dei controlli, delle normative sui contratti e sugli appalti pubblici e dei vincoli alla gestione.

I sindaci restano le figure più autorevoli in una stagione in cui – ci viene detto -  la fiducia nella classe politica è scesa al 4%.

Gli amministratori locali chiedono di essere liberati dai tanti lacci di una burocrazia che nelle prossime settimane – a dispetto dei proclami – si farà sentire prepotentemente.

La tutela della salute, va da sé, è questione che va indubbiamente posta in primo piano, ma accanto a questa non si può pensare di tenere il territorio ingessato a vita.

È una situazione che non ci possiamo permettere oltre, altrimenti ci saranno più morti per economia che per il virus. 

Considerazioni che richiedono che chi è in prima linea nella gestione della cosa pubblica sia liberato dalle tante palle al piede che hanno finora frenato la crescita e rischiano ora di bloccare la ripartenza.

La Provincia, lasciata a metà del guado da una riforma istituzionale che non ha soddisfatto alcuno, in una realtà qual è il Cuneese, può avere un ruolo di raccordo fondamentale in questa fase che sarà oltremodo impegnativa.

Se si guarda alla nostra storia locale, dal dopoguerra ad oggi, la Granda è cresciuta, grazie principalmente a due enti, Provincia e Camera di Commercio, che hanno svolto, grazie anche ad amministratori competenti e lungimiranti, una funzione propulsiva nello sviluppo in anni che pure facili non erano.

I Comuni, dal canto loro, rappresentano da sempre la parte della pubblica amministrazione più pronta a reagire e a rimboccarsi le maniche. Nell'emergenza si potrebbe (si dovrebbe, ci permettiamo di suggerire) dare il via libera alla loro forza e capacità operativa.

Pensiamoci.

Giampaolo Testa

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