Attualità - 19 maggio 2020, 15:17

Asti-Cuneo, troppi i nodi ancora irrisolti: "Così pagheremo per andare all’ospedale di Verduno"

Il piano approvato dal Cipe al centro di un’interrogazione parlamentare, mentre l’Osservatorio del Paesaggio di Langhe e Roero rimarca i suoi dubbi sul completamento: "Tutto uguale a prima e abbiamo perso un altro anno"

Il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Paola Demicheli

"Quale saranno nel dettaglio le modalità di finanziamento, l'iter e la tempistica per il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo". Sono i contenuti dell'interrogazione al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli, presentata dalla deputata torinese Silvia Fregolent (Italia Viva) e che verrà discussa oggi, martedì 19 maggio, dalle ore 15.30 presso la Commissione Ambiente di Montecitorio.

Tra quanti attendono di sentire dalla voce del ministro come concretamente dovrebbe avvenire l’auspicata ripresa dei cantieri dopo il via libera del Cipe al nuovo Piano Economico Finanziario del lotto 2.6 c’è sicuramente l’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero (Odp).

Un sodalizio, quello che riunisce una dozzina di associazioni ambientaliste dell’Albese e Braidese, che dallo scorso anno ha avviato un’intensa attività di studio sui documenti e progetti relativi all’opera. E che ora, a pochi giorni dall’approvazione del nuovo Pef nella commissione romana, è tornato a far sentire la sua voce fuori dal coro richiamando l’attenzione sui tanti nodi ancora da sciogliere prima di poter vedere ultimati quei 9 km di asfalto che ancora mancano al completamento dell’opera.

"Non è cambiato quasi nulla rispetto al passaggio al Cipe dell’agosto scorso. Hanno scoperto come aggirare l’autorizzazione Ue. La pandemia aiuta anche in questo, e abbiamo perso un altro anno", è il duro attacco dell’Osservatorio, che parla di "farsa continua" e rilancia la serie di interrogativi già sollevati in passato su alcuni punti nodali del progetto: "Fra quanti anni avremo l’autostrada finita? Ci assicurate che il casello di Roddi verrà evitato e si farà la Superstrada evitando di introdurre la “gabella dei malati” costretti a transitarvi per recarsi all’ospedale di Verduno? Ci assicurate che la discarica non verrà costruita? Quando e quali opere complementari costruirete per decongestionare il traffico pazzesco che si genererà verso l’ospedale?".

TRONCO "A" DA PROGETTARE
Tra le diverse questioni sollevate dall’Odp quella forse principale riguarda proprio la natura - di tratta a pagamento o meno – che assumerà il lotto 2.6.
"È noto – spiegano i referenti dell’Osservatorio – che da realizzare ci sono i 9 km del lotto 2.6, suddiviso in due parti. Il tronco A, quello che andrebbe dal confine tra Roddi e Verduno al moncone di Cherasco, deve essere completamente riprogettato, visto che dal precedente progetto è stata eliminata la galleria di Verduno, ritenuta troppo costosa. Il nuovo tracciato a mezza collina, di circa 5 km, sarà in parte in rilevato piano (60%) e in parte in viadotto (40%). Il progetto definitivo dovrà essere sottoposto alla Valutazione di Impatto Ambientale, dopo l’esame di un organismo composto da 46 membri: un parlamento praticamente. Dopo questo passaggio, affatto scontato visto che l’impatto dell’opera sarà notevole, tale da ricordarci il famigerato esempio del cavalcavia ferroviario di Castagnole delle Lanze, il progetto andrà approvato in sede di Conferenza dei Servizi al Ministero Infrastrutture e Trasporti".

LA DISCARICA E IL CASELLO
Il tronco B è invece quello tra Verduno e Roddi, con casello autostradale e discarica previsti nel territorio di Roddi. "Per quest'ultimo tratto di 4 km – riprendono dall’Odp – c’è un progetto approvato, ma è quello che prevede la discarica e il casello. La prima però non è più necessaria a seguito dell’eliminazione del tunnel, mentre il casello dovrebbe essere eliminato, perché altrimenti dovremmo dirci che la tratta risulterà a pagamento e che dovremmo pagare il pedaggio anche per andare all’ospedale di Verduno. Una 'gabella dei malati' che il territorio non può evidentemente accettare".

IL LOTTO 2.6 DIVENTI SUPERSTRADA
La proposta dell’Osservatorio prevede quindi di realizzare una superstrada che comprenda i lotti 2.5 e 2.6 diviso in tronchi A e B) come "arteria fondamentale del territorio a servizio gratuito degli utenti dell’ospedale, provenienti dall’area che gravita sullo svincolo di Castagnito (Roero est e Langhe basse-Belbo), dall’area di Alba e del Roero centro (Canale, Montà, ecc.), dall’area di Bra coi comuni vicini, dall’area di Cherasco e quella servita dalla fondovalle Tanaro (Narzole, Monchiero, ecc.): una strada senza pedaggio da Baraccone a oltre Cherasco con Alba e Bra comprese, con la Provinciale 7 disponibile come supporto. Risulta quindi evidente che anche questo tratto va parzialmente riprogettato".

E LE OPERE DI COMPENSAZIONE?
Tra gli interrogativi che ancora attendono una risposta c’è poi quello – non banale – riguardante i circa 130 milioni di euro di opere accessorie che nel 2012 il concessionario si impegnò a finanziare in cambio della disponibilità della capitale delle Langhe di "prestare" all’opera la propria tangenziale, visto che il lotto 2.5 veniva posticipato a termini praticamente da destinarsi.

Con le proposte di modifica al piano dell’opera, di quell’impegno si sono però perse le tracce. Una circostanza che ha precipitato nel limbo interventi che con quel pacchetto si sarebbero dovuti finanziare. Tra questi, per citare il principale, il terzo ponte albese e i collegamenti che da questo dovrebbero partire verso la zona di corso Cortemilia e verso la stessa autostrada: un intervento che Alba attende da decenni e che potrebbe sembrare più vicino, visto il riemergere dei 12 milioni di euro di finanziamenti dei redivivi fondi Crosetto. Peccato che per realizzarlo di milioni ne servano altri 16: una provvista inarrivabile per la capitale delle Langhe se dal Governo e dal concessionario non arriveranno risposte chiare circa la volontà di dare seguito a quell’accordo.

Ezio Massucco