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Attualità | 21 maggio 2020, 14:01

La ripartenza ad Alba, c’è chi dice no: "Una farsa, per noi impossibile tornare in queste condizioni"

L’amaro sfogo di Elena Grosso, titolare della Maison Arabe di via Bertero: "Per lo Stato terme e 'hammam' non esistono. Con queste norme nessuno sarà completamente in regola"

L'hammam Maison Arabe di via Bertero ad Alba

L'hammam Maison Arabe di via Bertero ad Alba

Dopo quella che in settimana ha già interessato le attività del commercio su sede fissa e area pubblica, parrucchieri, centri estetici, studi professionali e mercati ambulanti, la capitale delle Langhe si prepara alla riapertura di bar e ristoranti, programmata in tutto il Piemonte per sabato 23 maggio. C’è però chi, anche sotto le torri, ha deciso di attendere, giudicando "inaccettabili" le condizioni che Governo e Regione hanno fissato per consentire un ritorno al lavoro compatibile con l’esigenza di evitare un nuovo diffondersi della pandemia.

E’ il caso della "Maison Arabe" di via Bertero, "hammam" che dal 2006 offre la possibilità di avvalersi di specifici percorsi di benessere e bellezza, tra bagno turco, massaggi e servizi di estetica quali epilazioni e pulizia di viso e corpo.
"Al momento la Maison è chiusa – è il messaggio che nei giorni scorsi la titolare Elena Grosso ha rivolto alla sua clientela tramite social –. Perché la proposta che stanno facendo per la riapertura dei centri estetici (hammam e terme per lo Stato non esistono, forse...) per noi è inaccettabile. Col protocollo da seguire nessuno sarà completamente a posto! E le multe arriveranno, e anche salate (…).
Si resterà aperti come prima (8/10 ore al giorno), ma con l’afflusso dei clienti dimezzato. Chi paga i professionisti che lavorano in Maison? Chi paga le bollette? Chi paga l’affitto? In queste condizioni arriveremo a fine mese e capiremo che possiamo chiudere. Amareggiati, inc....ti, delusi… ma dovremo chiudere".

Un duro e amareggiato sfogo, che Elena ribadisce al nostro giornale: "Purtroppo siamo di fronte a una farsa. Leggo di riaperture del campionato di calcio, dei concerti. Noi intanto siamo ancora fermi ci propongono regole che sono fuori della realtà, oltre a riflettere l’ignoranza di chi le ha pensate. Il problema è che in queste condizioni riaprire per noi non ha alcun senso. Che senso avrà far venire un cliente per un trattamento di benessere in un posto trasformato in un ospedale, una persona alla volta? A fine giornata invece di 20 persone sarò riuscita ad accoglierne 7 od 8, se sarò stata brava, ma le spese da pagare sono le stesse, e io più avrò la responsabilità per clienti e dipendenti, rischierò pure multe salate".

"Piuttosto di vivere un simile incubo io non apro – rincara Elena nel rappresentare la preoccupazione per la sua attività e le sue dipendenti, al momento in cassa integrazione –. Io conduco un’attività che deve regalare benessere, ma questo Paese forse non ha intenzione di avere persone che stiano bene… un popolo chiuso in casa, i bambini all’aperto con la mascherina, sanificazioni che non hanno alcuna utilità, fatte in questo modo. Sono scene che vediamo solo in Italia. Non importa a nessuno del nostro benessere, di mangiare sano, fare attività fisica. Ci imbottiamo di medicinali e aspettiamo. Io resto ferma, ci perdo, gli affitti continuano a maturare, ma quella di oggi è una supposta…".

Una protesta che tocca anche le misure annunciate dal Governo, l’assenza di equità del non voler distinguere tra caso e caso.
"Certi settori hanno continuato a lavorare, alcuni hanno addirittura incrementato i loro affari, mentre noi siamo fermi e chissà quando potremmo riprendere. Che senso ha trattare tutti in modo uguale? Oltre al bagno turco io sono insegnante di yoga, ma anche qui: le attività da fare all’aperto devono essere limitate a due persone. Ebbene, che differenza c’è in una seduta di yoga con 2 o 8 persone se queste sono opportunamente distanziate e all’aperto? Ripeto, questa è una farsa. Vedremo tra un mese, vedremo che ne sarà a giugno, quando mi toccherà riprendere. Ma io temo che arriverà un momento nel quale saremo noi imprenditori a decidere di stare tutti fermi, chiuderemo noi. E allora vedremo…".

Ezio Massucco

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