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Attualità | 23 maggio 2020, 14:49

Omicidio all'Auchan: "Neppure le parole del Santo Padre hanno spento i mostri nella sua anima"

Parla il presidente dell’Associazione Vittime di Forteto: "Francesco ha fatto una cosa orribile e pagherà il suo conto con la giustizia"

Francesco Borgheresi a Roma nel 2017 ricevuto da Papà Francesco come una delle vittime del Forteto

Francesco Borgheresi a Roma nel 2017 ricevuto da Papà Francesco come una delle vittime del Forteto

“Non esistono giustificazioni per quello che ha fatto Francesco. Quella povera ragazza non doveva morire in quel modo e lui pagherà per ciò che ha fatto. Ma credetemi, il Forteto è una cosa che ti resta dentro. Che ti si appiccica all’anima”.

Con queste disperate parole Sergio Pietracito, presidente dell'Associazione Vittime del Forteto, ha provato a commentare tra l’angoscia e la rabbia quanto è accaduto ieri - venerdì 22 maggio - all'Auchan di Cuneo, dove il militare Francesco Borgheresi - di stanza a Firenze, ma fino al 2018 residente a Pinerolo, nel Torinese - ha ucciso con quattro colpi di pistola la sua compagna, Mihaela Apostolides.

“Conoscevo bene Francesco - prosegue il presidente Pietracito -, primo bambino degli unici due nati alla Forteto. Ha passato un'infanzia terribile. Poi con coraggio ha lottato per far emergere gli orrori della cooperativa fiorentina, condannata con il suo fondatore, per violenza e abusi anche su minori. E fu anche ricevuto, nell'agosto di tre anni fa da Papa Francesco, proprio perché vittima riconosciuta di abusi. Tutto questo naturalmente non giustifica il suo terrible gesto. Francesco pagherà per ciò che ha fatto, del resto è stato lui stesso a chiamare la Polizia di Stato. Abbiamo già attivato l'avvocato della nostra associazione affinché si occupi della sua difesa".

NaMur

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