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Attualità | 28 maggio 2020, 15:01

Colonscopia gli perforò l’intestino, il tribunale scagiona medico del San Lazzaro: "Manovre condotte correttamente"

In conseguenza di quell’esame un 74enne di San Damiano d’Asti si era dovuto sottoporre a un intervento d’urgenza e a una lunga riabilitazione. L’esito delle perizie ha convinto il giudice a disporre l’archiviazione nei confronti dello specialista

L'ospedale San Lazzaro di Alba (archivio)

L'ospedale San Lazzaro di Alba (archivio)

Si è chiuso con la definitiva archiviazione il procedimento in corso presso il Tribunale di Asti sul caso di presunta malasanità verificatosi il 9 gennaio 2018 all’Ospedale "San Lazzaro" di Alba, dove un 74enne residente a San Damiano d’Asti, F.C., subì una perforazione del viscere accertata a seguito di una esofagogastroduoduenoscopia cui era stato sottoposto presso lo stesso nosocomio.

Dopo essersi dovuto sottoporre a un intervento in urgenza e a un lungo periodo di riabilitazione, l’uomo si era rivolto al giudice protestando un preciso collegamento tra quanto accadutogli e uno svolgimento dell’esame realizzato senza la dovuta perizia da parte del medico albese che lo effettuò.

Rilievi che non erano stati però raccolti dal pubblico ministero Simona Macciò, che in un primo momento aveva richiesto l’archiviazione del procedimento, non ravvisando profili colposi nel comportamento del medico.

Nei primi mesi dello scorso anno a quell’istanza seguì però l’opposizione dell’anziano sandamianese, rappresentato dall’avvocato Erik Stefano Bodda, cui il giudice Francesca Di Naro acconsentì disponendo sul caso lo svolgimento di una perizia collegiale, nominando quali periti i dottori Giancarlo Ferraroni e Mario Grassini, entrambi astigiani, mentre la difesa del medico, rappresentata dall’avvocato albese Roberto Ponzio, nominò quali consulenti di parte il dottor Lorenzo Varetto, specialista in Medicina Legale, e il dottor Alberto Foco, primario di Gastroenterologia presso l’AU "San Giovanni Battista" di Torino.

Ai periti veniva chiesto di accertare l’entità delle lesioni accusate dal paziente, la durata della malattia che ne è conseguita e l’effettiva persistenza di postumi, ma soprattutto l’esistenza o meno di un preciso nesso causale tra le lesioni riscontrate ed eventuali condotte colpose da parte del medico.

Nel gennaio scorso il procedimento aveva visto il deposito delle perizie e l’audizione degli specialisti, mentre nei giorni scorsi si è arrivati alla discussione dell’incidente probatorio, al termine del quale il giudice Di Naro ha infine accolto la nuova richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero.

"Si è conclusa finalmente una tormentata vicenda processuale – commenta l’avvocato Roberto Ponzio –. Tutte e tre le perizie hanno avuto un’unica conclusione: non sono stati ravvisati errori o illeciti. In buona sostanza hanno accertato che nell’intervento effettuato sono state rispettate tutte le linee guida e le pratiche mediche, e che la complicanza occorsa al paziente era purtroppo prevedibile rientrando nella casistica ben contemplata dalla letteratura scientifica anche in casi nei quali le manovre operate dai sanitari siano state perfettamente compiute".

Ezio Massucco

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