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Attualità | 28 maggio 2020, 10:33

Bra perde oltre 40 anni di eccellenza. Chiusa la storica pasticceria ‘Colvetta’

La dolce istituzione di corso IV Novembre ha abbassato definitivamente le serrande. Addio a torte e bignè che hanno accompagnato le feste di tanti braidesi

Bra perde oltre 40 anni di eccellenza. Chiusa la storica pasticceria ‘Colvetta’


Ha chiuso i battenti la storica pasticceria ‘Colvetta’ di Bra. Giorni di lutto per i golosi, che al posto di torte e bignè, croissant e braidesini oggi trovano le serrande abbassate e leggono un cartello che sancisce l’addio.


Se ne va così uno degli esercizi più famosi della città, aperto nella domenica delle Palme del lontano 1976 e diventato un’esperienza all’insegna del gusto, premiata ed apprezzata dal pubblico. Una storia familiare e personale ricca e di successo quella dei coniugi Veronica e Vittorio Colvetta.


Sacrifici, gioie e tantissime soddisfazioni hanno contribuito in questi anni a credere nel nostro lavoro di artigiani - dicono marito e moglie-. Vogliamo ringraziare di cuore tutti i nostri clienti per averci accompagnato in questa fantastica avventura. Abbiamo sempre provato a soddisfare le vostre richieste e speriamo di esserci riusciti. É stato emozionante in questi anni vedervi crescere insieme a noi”.


La pasticceria Colvetta non era solo un negozio, ma un insieme di profumi, di sacrifici, di passione che trovavano forma in dolci unici nel loro genere. Nel laboratorio annesso al punto vendita sono nate galuperie che hanno deliziato i palati di tante generazioni di braidesi.


Veronica e Vittorio hanno portato nel quartiere Oltre ferrovia il meglio dell’alta pasticceria tradizionale non mancando mai di puntare su prodotti locali, freschi e di stagione che tra le loro mani si trasformavano in opere d’arte tra specialità e profumi che raggiungevano la strada.


Qui tante famiglie si ritrovavano appena uscite dalla chiesa la domenica o il sabato pomeriggio per fare due chiacchiere, trovando nei titolari sempre un sorriso, la disponibilità e quel carattere che si ritrovava nei loro prodotti.


Chi non è entrato per ordinare un vassoio di pasticcini o ancora i salatini e le pizzette immancabili nei rinfreschi di compleanni, cresime e comunioni. E poi ancora profiteroles, paste secche, uova di cioccolato a Pasqua e panettoni a Natale.


Buoni, buonissimi ed allo stesso tempo resi amari dal pensiero che tutto resterà solamente un ricordo. Tanti anni fa, forse, ci sarebbe stato qualcuno interessato a rilevare un’attività così ben avviata. Nel 2020, complice la pandemia e la burocrazia, nessuno invece immagina più di intraprendere una vita fatta di levatacce al mattino e ricorrenze dietro il bancone.


Oggi in corso IV Novembre un’altra luce si è spenta, ma il segno che questa dolce istituzione ed i suoi protagonisti hanno lasciato nel cuore di tutti noi resterà, sempre, indelebile.

Silvia Gullino

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