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In Breve

| 05 giugno 2020, 14:12

In-formati!: torniamo a nuotare, ma fa davvero bene a tutti?

Prosegue la nostra nuova rubrica incentrata sul benessere: gestita da Ilaria Allasina, personal trainer laureata in Scienze motorie ed in Scienze dell’attività motoria preventiva e adattata, specializzata in Pilates matwork e allenamento funzionale a corpo libero

In-formati!: torniamo a nuotare, ma fa davvero bene a tutti?

La riapertura dei centri sportivi coinvolge anche le piscine, si potrà, dunque, tornare a nuotare. Il nuoto è uno degli sport più amati da bambini, adulti ed anziani ed ha relativamente poche controindicazioni e molti benefici: coinvolge le capacità condizionali come resistenza, forza e flessibilità; migliora inoltre la capacità dell’apparato cardiocircolatorio, la funzionalità respiratoria e la pressione sanguigna.

È un’attività total body, interessa infatti tutto il corpo. Quando ci immergiamo nell'acqua il nostro corpo perde, in base alla porzione di corpo immersa, fino al 90% del suo peso; questa caratteristica rende il nuoto uno sport praticabile anche da chi diversamente potrebbe avere grossi problemi nel deambulare e muoversi, per esempio persone in sovrappeso. È un ottimo alleato delle articolazioni, l’acqua infatti rende il carico su di esse quasi nullo.

Il nuoto può essere praticato sia come hobby, al mare in estate, sia come sport, tutto l’anno in piscina; inizialmente è consigliato praticare nuoto 1 o 2 volte a settimana, con costanza e perseveranza; l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda alle persone di sana costituzione di fare 150 minuti di attività moderata a settimana.

Come ogni allenamento necessita sempre di un riscaldamento generale e specifico e di un allungamento e defaticamento. È idea comune pensare che il nuoto sia “uno sport completo, adatto proprio a tutti” e che faccia bene alle ossa ed alla schiena: ma come sempre nello sport, dipende! Non essendoci impatti violenti con il suolo riduce il rischio di infortuni e previene l’integrità delle articolazioni ma, proprio la mancanza del contatto con il suolo e la riduzione del carico, rendono il nuoto non del tutto adatto a chi ha problemi di massa ossea (come l’osteoporosi): il processo di rimodellamento osseo necessità di sovraccarico ed impatto quindi, in questo caso, potrebbe essere più adatta una passeggiata che una nuotata.

Alcuni stili di nuoto, se praticati senza la giusta tecnica, possono peggiorare eventuali problemi alla schiena. Il tutto è sempre da cucire personalmente su ogni soggetto, se ci piace nuotare, nuotiamo, se ci piace correre, corriamo.

Nuotando rimaniamo sospesi nel fluido che ci sorregge, cambiano totalmente la gravità e il baricentro: nelle orecchie sono presenti alcune strutture per la regolazione dell’equilibrio, nuotando in tutti gli stili, la posizione del corpo nello spazio è totalmente differente da quella assunta quando si va in bicicletta o si corre, questa caratteristica ci permette di allenare anche la capacità coordinativa dell’equilibrio, ma, proprio come per la questione delle ossa, questa caratteristica potrebbe non giovare a tutti: i soggetti con problemi di equilibrio potrebbero riscontrare non poche difficoltà a nuotare.

Non è da sottovalutare l’effetto sulla mente: nuotando, galleggiando e facendoci trasportare dal flusso dell’acqua, inconsciamente ci ricordiamo di quei lontani 9 mesi vissuti all’interno del ventre materno, protetti e cullati, in quel caldo ed accogliente liquido.

Ilaria Allasina

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