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Attualità | 16 giugno 2020, 11:10

Quei viadotti ai piedi delle colline Unesco: sindaci e associazioni chiedono lumi su tempi e modi del completamento Asti-Cuneo

Nell’attesa del confronto di venerdì col concessionario, i tanti nodi del progetto sono stati al centro di un incontro tra l’assessore regionale Gabusi, l’Osservatorio del Paesaggio e i primi cittadini di Alba, Bra, Cherasco, Verduno, Roddi e La Morra

Il premier Conte durante il sopralluogo al troncone di Cherasco del marzo 2019

Il premier Conte durante il sopralluogo al troncone di Cherasco del marzo 2019

Se la seduta straordinaria della Giunta regionale che il presidente Cirio ha fissato per la mattinata di venerdì 19 giugno nell’inedita sede del castello di Grinzaneospiti i vertici della società Asti-Cuneo Spa e i sindaci del territorio – possa fugare questi e altri dubbi al momento non è dato sapere.

A sperarlo, non senza un certo scetticismo, sono sicuramente i referenti della dozzina di associazioni riunite nell’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero. Sodalizi che ieri mattina, nel corso di un incontro tenutosi presso il municipio di Alba, hanno illustrato all’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi e ai primi cittadini dei Comuni di Alba, Bra, Cherasco, Verduno, Roddi e La Morra (quest’ultimo presente col vice) le tante perplessità che riguardano la modifica progettuale che, secondo la stessa società autostradale ora guidata dal presidente Giovanni Quaglia, dovrebbe consentire consistenti risparmi sulla realizzazione del lotto 2.6 Roddi-Diga Enel.

Una variazione in corsa che era già stata avallata dai ministri alle Infrastrutture Delrio e Toninelli, rimanendo poi al centro del nuovo piano economico sul lotto 2.6 recentemente approvato dal Cipe su proposta dell’attuale responsabile del dicastero Paola De Micheli. E negli ultimi giorni tornata al centro di questa interminabile telenovela grazie al ricorso alla Corte dei Conti presentato dal senatore di Forza Italia Lucio Malan (leggi qui).

Incongruenze che l’Osservatorio va denunciando ormai da mesi, alla ricerca di risposte che nessuno sembra in grado di poter offrire. E che riguardano soprattutto il rischio che, rispetto al precedente progetto – quello che prevedeva l’attraversamento della collina di Verduno tramite una galleria a doppia canna, superato perché considerato troppo costoso –, non venga alla fine stralciata la collegata discarica (che in territorio di Roddi avrebbe dovuto accogliere i materiali inerti frutto dello scavo nella collina), come anche anche il casello, previsto a valle dell’ospedale di Verduno quando ancora tra i passi necessari al completamento non si prevedeva di dover ricorrere alla tangenziale albese. Un nodo, quello quest’ultimo, che, in mancanza di uno stralcio ad oggi non previsto in alcun documento, costringerebbe buona parte degli utenti diretti al "Michele e Pietro Ferrero" a pagare il ticket per arrivare al nuovo ospedale.

A questi dubbi ora se ne aggiunge uno ulteriore e certo non meno rilevante, approfondito nel corso di un incontro promosso nei giorni scorsi a Pollenzo dal neonato "Comitato Si Asti-Cuneo, Si Superstrada, Si Unica Galleria". Mentre non è per nulla certo – rilevavano in sostanza i promotori del comitato – che la soluzione fuori terra consenta decisivi risparmi rispetto alla galleria, la soluzione configurata a partire da due lunghi viadotti destinati a partire dal moncone di Cherasco richiede un supplemento di riflessione con riferimento soprattutto al loro impatto ambientale. Il rischio è infatti che possano rappresentare uno spettacolo non proprio edificante, per un territorio che ha fatto dei suoi paesaggi il fondamento del riconoscimento Unesco e una delle ragioni della sua attrattività in chiave turistica.  

Un rilievo che era già stato tra quelli al centro delle diverse relazioni approntate negli ultimi mesi dall’Osservatorio del Paesaggio. "Certamente si tratta di opere che hanno un impatto importante, tanto più che ci troviamo anche nelle vicinanze di un fiume, per cui andranno fatte con certi crismi. E i viadotti non costano molto meno di altre soluzioni", conferma Silvio Veglio, tra gli storici referenti dell’Odp, che intanto non nasconde una certa insoddisfazione per l’esito del confronto che ieri ad Alba ha messo il sodalizio di fronte all’assessore regionale.

"Il primo problema – prosegue Veglio – è che a livello di progetto la modifica del lotto 2.6 non esiste, o se esiste non è ancora stata approvata. Quindi si continua a ragionare per ipotesi, sul sentito dire, mancano le carte e riferimenti certi e nessuno che ne abbia titolo si preoccupa di recuperarli. La stessa recente delibera del Cipe non è ancora stata pubblicata e chissà quando lo sarà, visto che la volta precedente ci vollero cinque mesi. Quello che mi pare certo è che non vedremo alcun cantiere entro l’estate. L’assessore poi non ha detto molto, devo dire, se non ribadire che l’autostrada va fatta. Ci fa piacere che la Regione ora intenda sentire il concessionario, ma avrebbe potuto e dovuto farlo anche prima, ci pare".

Ad attendere di poter finalmente ragionare su qualcosa di finalmente concreto – e quindi anche di poter valutare quale impatto avrebbe, per i loro territori, la soluzione fuori terra – sono anche i sindaci dei comuni toccati più o meno direttamente dall’autostrada. "Penso che, come in tutte le cose, si debba capire prima di tutto a che punto siamo del lungo percorso della Asti-Cuneo, al di là di altalenanti e periodici trionfalismi – dice ad esempio il primo cittadino di Verduno Marta Giovannini, tra i presenti all’incontro di ieri –. E poi insistere perché la nostra autostrada sia fatta innanzitutto bene, e quindi rispetti la zona Unesco, impatti il meno possibile, sia funzionale e sicura. Non credo sia chiedere troppo, né intralciare l'inizio dei lavori che tutti vogliano veder partire".

Anche i sindaci, insomma, sperano che l’incontro di venerdì possa aiutare a capire di più dei tempi e soprattutto dei modi nei quali ci si avvia verso l’agognato completamento dell’opera, senza voler ritardare ulteriormente i tempi dell’opera, ma certamente essendo messi nella condizione di valutare a quale soluzione realmente si sta guardando. I nodi non mancano, quindi. Vedremo cosa uscirà dall’incontro di Grinzane.

Ezio Massucco

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