“Solcando le onde del tempo”: da domani ( giovedì 16 luglio) riprendono le giornate di apertura dell’ antologica che si è inaugurata in Castiglia (sabato 11 luglio) dedicata all’artista Araldo Cavallera.
Un grande omaggio di Saluzzo al suo cittadino esponente dell’arte che è stato festeggiato in occasione dei suoi 80 anni con una personale in cui in 200 opere di scultura, pittura e grafica racconta l’evoluzione della sua ricerca, profondamente legata a valori civili e all’amore per Saluzzo, dove è nato nel 1939 e di cui ha osservato bellezze e curiosità architettoniche insieme agli aspetti di comunità. Dai comignoli di una serie grafica degli anni Settanta alla storia e cultura del territorio.
Il taglio del nastro (che avrebbe dovuto avvenire il 7 marzo scorso) batte il record di essere il primo evento espositivo della Granda dopo il lockdown Covid ed è stato preceduto da un assaggio virtuale: l’Anteprima AVR 360 dello studio Autorivari, grazie a cui si è entrati anzitempo negli spazi espositivi dell’ex castello dei marchesi, accompagnati da videoclip dei tre curatori dell’allestimento, Ida Isoardi, Angelo Mistrangelo e Giuseppe Biasutti. Gli stessi che sabato con i loro interventi hanno aiutato i primi visitatori a conoscere il mondo complesso dell’artista.
Nella sua antologica convivono accostamenti di opere più recenti alle produzioni che hanno segnato la sua storia artistica di oltre 65 anni, contrassegnata da un forte richiamo civile e antifascista, che è nel Dna di famiglia.
"A partire dai paesaggi databili agli anni Settanta, oscuri e familiari, “sottoboschi”, dai cupi toni verde-azzurri, sino alle inquietanti e fascinose teste mitologiche cui egli rivolge l’attenzione dagli anni ottanta in poi: gorgoni, figure omeriche, mostri proteiformi, bucrani, svelano un tempo remoto più che mai vivo nell’anima dell’artista, fortemente in simbiosi con gli aspetti più enigmatici della realtà" commenta Ida Isoardi .
"Si tratta di un itinerario che nel tempo non ha mai perso di vista i molteplici aspetti della storia dell’arte, della mitologia, di quei reperti che emergono da lontane sedimentazioni del pensiero " il commento di Angelo Mistrangelo.
"Oggi come non mai confondiamo la realtà con le ombre e forse l’opera tutta di Araldo Cavallera - afferma Biasutti - ci fa capire quanto il presente non esista, ma che la memoria, anche quella recentissima, è passato, e proprio nel trascorso si possono trovare certezze. Un rito collettivo coinvolgente, che ha riassorbito al suo interno le culture rinascimentali e barocche".
Cavallera è l’autore del monumento alla Resistenza nel Giardino della Rosa Bianca recentemente restaurato dal Comune e di altri monumenti in diverse città europee. Sono opere di forte contenuto socio-civile che seguono la continuità di ispirazione di Cavallera con quelle del padre Giuseppe e del zio Vindice, ricordati nell’intervento da Michele Calandri dell’Istituto Storico della Resistenza, che ha preso la parola dopo l’intervento del vicesindaco Franco Demaria e della Presidente della Fondazione Bertoni Carlotta Giordano enti promotori e organizzatori della mostra e quindi del presidente Fondazione CrSaluzzo Marco Piccat, di Mario Abrate l’Associazione culturale Carlo Sismonda, che sostengono, con la Fondazione CrTorino l’impegno della figlia Anna per rendere a suo padre, artista poliedrico e interessante, questo significativo omaggio attraverso una antologica che fa riflettere, avendo scritto con le sue opere e il pensiero cose importanti.
La mostra è corredata da catalogo. E’ visitabile fino al 6 settembre, lunedì, giovedì, venerdì e sabato dalle 10 alle 13 14 – 18 e domenica dalle 10 alle 13 – 14/ 19. Info: 017546710.