Attualità - 16 luglio 2020, 14:10

Il coro del commercio: "Impensabile un secondo lockdown". Ma la pandemia sta cambiando il volto dei negozi: nessuno compra online quanto il Piemonte

Positivo il giudizio sulla gestione sanitaria della crisi, ma sono bocciate le scelte sul piano economico (80% gli scontenti). Con nuove restrizioni, un terzo dei negozi potrebbe chiudere, grandi timori sull'occupazione in autunno. In ginocchio il turismo e il non alimentare

Il coro del commercio: "Impensabile un secondo lockdown". Ma la pandemia sta cambiando il volto dei negozi: nessuno compra online quanto il Piemonte

Un "virus economico", in cui una ricaduta sarebbe "impensabile" per nove negozianti di Torino su dieci. Lo dice l'ultima indagine di Ascom Confcommercio, che mette in luce come - secondo gli esercenti del capoluogo piemontese - la crisi sanitaria è alle spalle (e la sua gestione è stata giudicata ampiamente positiva, tanto che il 55% non teme rischi futuri per la salute), ma quella economica è ancora forte e presente, con effetti sul giro d'affari e sull'occupazione. Soprattutto quando con agosto verrà meno, per legge, lo stop ai licenziamenti. E le scelte per il sostegno delle imprese sono sostanzialmente bocciate. Nel frattempo, però, sta cambiando il dna del commercio: sono sempre di più le realtà che aprono alle vendite online e alle consegne a domicilio.

"Fotografiamo una situazione, la prima dopo il Coronavirus, con dati ancora difficili - dice Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino e provincia -. La fiducia delle imprese è crollata a meno di un terzo rispetto a un anno fa e le prospettive da qui alla fine dell'anno non aprono a grandi recuperi".

"La preoccupazione principale, oltre che sui consumi, è sull'occupazione: la cassa integrazione è partita, pur con diversi intoppi. Ma l'incognita è per l'autunno, correlata all'andamento dei consumi, che calano e colpiscono soprattutto i settori non alimentari. I segnali di vivacità riguardano le nuove formule che la pandemia ha reso indispensabili, come il digitale e le consegne".

- L'INDAGINE

Peggiorano ancora i tempi di pagamento dei clienti, che faticano a saldare le proprie posizioni e continueranno sulla stessa tendenza nei prossimi mesi, mettendo sempre più a rischio la tenuta finanziaria delle imprese. Proprio i ritardi nei pagamenti, combinati alla lenta ripresa della domanda, contribuiscono a "prosciugare" la liquidità delle aziende del terziario. E per lo stesso motivo aumentano le domande di credito, anche se accelerano anche le risposte e i tempi di lavorazione da parte degli istituti bancari.

La cosiddetta “Fase 3”, fissata con gli inizi di maggio, non è coincisa con un recupero dei consumi: la contrazione su base annua appare ancora molto forte (-29,4%). A soffrire di più sono ancora le imprese della ricezione turistica, reduci da un trimestre di quasi totale azzeramento dell’attività, con un elevato numero di disdette in termini di prenotazioni per la stagione estiva. In questo senso, gli operatori del settore auspicano per lo meno di minimizzare le perdite nei mesi di luglio, agosto, settembre, puntando sulla più che probabile propensione dei turisti (italiani) a trascorrere le vacanze nella Penisola. 

Il potenziale recupero estivo, pur immaginando un consuntivo decisamente lontano dai livelli dello scorso anno, potrebbe contribuire al ristoro di tutto l’indotto, dai pubblici esercizi (bar, ristoranti), fino alle imprese del commercio al dettaglio “no food”, comparti altamente colpiti dal lockdown dei mesi di marzo e aprile.

- LE "LEZIONI" DELLA PANDEMIA

La pandemia da Covid-19 ha modificato le abitudini dei consumatori. Imponente l'accelerazione degli acquisti online, che a fine anno potrebbero far segnare un incremento del 55% rispetto al 2019.

Uno dei trend più evidenti presso i consumatori è legato alla spesa on line, il cui ricorso durante la crisi è stato fortemente incrementato: le ricerche su Google in questo senso hanno registrato un’impennata. La propensione alla spesa on line è stata evidente in tutto il Piemonte (primo nel ranking tra le regioni italiane). 

Al fianco della spesa on line, nel periodo di crisi si è diffuso fortemente anche il fenomeno della consegna dei prodotti a domicilio. Si tratta di una pratica a corredo degli acquisti in rete, ma talvolta anche slegata dal commercio elettronico. Anche nel caso delle consegne a domicilio il Piemonte si posiziona al primo posto nel ranking tra le regioni italiane.

In linea generale, proprio le innovazioni introdotte per l’emergenza hanno solo mitigato l’impatto della crisi: un terzo di esse è riuscita a mantenere lo stesso livello dei ricavi pre-Covid, il 44% ha minimizzato le perdite, il 22% è riuscito almeno a sopravvivere. Tuttavia, la direzione è quella che va verso una evoluzione strutturale dei modelli di business delle imprese: il 58% di coloro che hanno introdotto per la prima volta l’e-commerce nel proprio modello di offerta intende mantenerlo anche nei prossimi mesi; il 65% di coloro che hanno introdotto per la prima volta le consegne a domicilio nel proprio modello di offerta intende mantenerlo anche nei prossimi mesi.

redazione

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