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Politica | 23 luglio 2020, 10:30

La posizione controcorrente di Gianna Gancia sul “Recovery Fund”

L’europarlamentare leghista, che in provincia ha raccolto migliaia di consensi, ha preso le distanze dalla posizione ostile di Salvini. Un atteggiamento che evidenzia come la Lega federalista delle origini non si rassegni a cedere il passo al sovranismo

Il post di Gianna Gancia

Il post di Gianna Gancia

Che a Gianna Gancia, già presidente della Provincia di Cuneo, poi capogruppo in Regione ed ora europarlamentare, la Lega di Matteo Salvini stesse stretta lo si sapeva.

Da quando, nell’ultimo congresso piemontese, ha avuto la temerarietà di sfidare il proconsole del Capitano, Riccardo Molinari, in varie circostanze (più o meno apertamente), non ha perso occasione per ribadire che il Carroccio sul quale lei è nata e cresciuta era un’altra cosa rispetto al partito sovranista che è divenuta oggi la Lega 

Un post (poi rimosso) sul RecoveryFund, tema che ha mandato su tutte le furie Salvini, ha richiamato l’attenzione dei media nazionali.

“Sin dall’inizio sono stata l’unica, all’interno del partito di Salvini (quella che un tempo era la Lega) a sostenere convintamente nel centrodestra (insieme a qualche collega di Forza Italia) la necessità di un accordo ambizioso sul Recovery Fund. È stato fatto un grande lavoro diplomatico da parte dell’Italia. Cosa diranno ora Matteo e la Giorgia nazionale? Che spieghino agli italiani da dove avrebbero preso i soldi, loro”.

Questo il post pubblicato sul suo profilo social a conclusione dell’accordo ottenuto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in sede europea.

In un partito dove vige il “centralismo democratico” più ferreo, considerazioni di questo tipo hanno il sapore di una vera e propria sfida al Capo.

Resta da capire perché quel post abbia poi deciso di rimuoverlo, nonostante nel frattempo fossero fioccati già svariati commenti.

Ancora una volta Gianna Gancia ha comunque fatto parlare di sé.

Alcuni osservatori annotano che se lo può permettere perché – dicono – è la moglie del potente senatore Roberto Calderoli, uno dei pochi sopravvissuti della prima ora.

Ma lei si adonta rivendicando, da donna e da parlamentare europea, autonomia di pensiero e di giudizio.

Va da sé che qualche piccolo, grande imbarazzo le sue posizioni lo suscitano nel Cuneese, dove i suoi grandi elettori, pur se parlamentari o consiglieri regionali, mai si azzarderebbero ad esprimerle anche soltanto pubblica solidarietà.

Eppure la “Pasionaria di Narzole” dice ad alta voce ciò che alcuni di loro pensano e che cioè il Capitano, in questa circostanza, abbia commesso un altro errore.

Così come era successo un anno fa di questi tempi, quando, inopinatamente, aveva staccato la spina al governo.

GpT

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