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Politica | 09 agosto 2020, 19:58

Bonus Covid, siano resi pubblici i nomi dei rappresentanti istituzionali che lo hanno percepito

Dopo il caso dei 5 parlamentari che tanto clamore sta suscitando, circolano voci che la questione lambisca anche esponenti della Regione. Fermo restando che non c’è illegalità, la trasparenza sarebbe d’obbligo

Bonus Covid, siano resi pubblici i nomi dei rappresentanti istituzionali che lo hanno percepito

Il caso dei cinque deputati, che, non paghi dello stipendio netto da oltre 12 mila euro netto al mese, hanno chiesto (e ottenuto) il bonus per l’emergenza Covid non si limiterebbe al Parlamento, ma riguarderebbe anche alcuni titolari di partita Iva che oggi siedono a Palazzo Lascaris come consiglieri regionali.

Sul caso c’è chi vuole fare chiarezza e per questo intende chiedere la pubblicazione dei nominativi di quanti ricoprono incarichi istituzionali ed hanno percepito il bonus da 600 euro, poi maggiorato a 1000 euro.

I consiglieri regionali piemontesi – lo ricordiamo - percepiscono uno stipendio netto che si aggira sui 7 mila euro al mese

Nulla di illegale nella percezione del bonus, ma si tratta di un gesto che, nel momento in cui il Paese era in forte sofferenza, non contribuisce ad alimentare la fiducia verso chi, rappresentante delle istituzioni, dovrebbe essere in prima linea perlomeno con stile di sobrietà.

I 600 euro previsti dai decreti “Cura Italia” e “Rilancio” erano destinati alle partite Iva e ad alcune specifiche categorie di autonomi, senza distinzione di reddito.

Tutti i possessori di partita Iva, liberi professionisti e co.co.co, e altre categorie di autonomi, avevano diritto di accedere all’indennità, per i mesi di marzo e aprile.

Successivamente, a maggio, è stato introdotto il limite del calo di fatturato.

“A tali indennità – si legge sul sito dell’Inps - possono accedere, per marzo e aprile, i liberi professionisti con partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020, iscritti alla Gestione Separata e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che non siano titolari di un trattamento pensionistico diretto, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità".

Per maggio l’assegno è passato a mille euro per chi però fosse in grado di dimostrare di aver subìto una perdita di reddito del 33% nel secondo bimestre 2020 rispetto ad analogo periodo dello scorso anno.

In ogni caso non si tratterebbe di frode, dal momento che il bonus non prevedeva, come già osservato, una soglia di reddito.

La trasparenza su di un tema così “sensibile” è d’obbligo perché chiama in causa la serietà dei rappresentanti istituzionali percettori, a vario titolo, di emolumenti pubblici.

Gpt

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