E' un sindaco emozionato quello di Boves, Maurizio Paoletti, nel ricevere il messaggio della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, in occasione delle cerimonie che hanno accompagnato le celebrazioni, in paese, del drammatico eccidio di Boves.
Una tragedia da cui Paoletti, cinque anni fa, ha scelto di intraprendere un cammino di riconciliazione, in un patto di amicizia con la città di Schondorf, la città tedesca dove è sepolto Joachim Peiper, il comandante nazista che 77 anni fa ordinò l’eccidio di Boves.
E in questo 2020 un ulteriore passo, la cittadinanza onoraria al sindaco di Schondorf e ad un consigliere comunale nato proprio in quel terribile 19 settembre del 1943, quando Boves visse la pagina più buia e difficile della sua storia.
I due sindaci, insieme, hanno inaugurato l'Albero della Riconciliazione, opera dello scultore bovesano Aldo Pellegrino.
La Casellati ha scritto al sindaco paoletti esprimendo "forte vicinanza a Boves. Un importante appuntamento con la memoria. Un'occasione per stringerci al dolore degli orfani e dei familiari di tanti innocenti senza divisa, vittime di un atto di rappresaglia crudele e che nulla aveva a che vedere con le dinamiche belliche. Un'opportunità per richiamare l'attenzione, soprattutto delle più giovani generazioni, su alcune delle pagine più drammatiche del secondo conflitto mondiale. Capitoli di una storia che ha visto i popoli precipitare verso la perdita della loro umanità e la negazione di ogni principio di giustizia e di pietà. Una verità terribile che, tuttavia, nella sua tragicità ha innegabilmente contribuito a scuotere le coscienze e a diffondere tra le Nazioni il rispetto dei fondamentali principi di fratellanza e amore per la pace.
Ne è preziosa testimonianza il percorso di riconciliazione che la città di Boves ha intrapreso con la comunità tedesca di Schondorf Am Ammersee, dove è sepolto Joachim Peiper, l'ufficiale tedesco che diede l'ordine di procedere alla brutale esecuzione di don Giuseppe Bernardi, Antonio Vassallo, don Mario Ghibaudo e altre 21 persone tra anziani, donne e bambini.
Un patto di amicizia, che anno dopo anno, diventa sempre più forte, a dimostrarci il grande valore di una cultura universale della pace in cui il dialogo, la solidarietà e la cooperazione tra comunità, popoli e Nazioni siano sempre più forti di ogni motivo di divisione e di contrasto".