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Economia | 24 settembre 2018, 06:06

Digital divide in Piemonte: la situazione nel 2020

Quello del Digital Divide è un tema che assume ogni giorno un’importanza sempre più rimarcata

Digital divide in Piemonte: la situazione nel 2020

Quello del Digital Divide è un tema che assume ogni giorno un’importanza sempre più rimarcata. Tecnicamente per Digital Divide si intende la disuguaglianza nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie della Società dell’informazione e della comunicazione ICT. Divario, disparità, disuguaglianza digitale significano in sostanza la difficoltà di alcune categorie sociali, o di interi Paesi, di usufruire di tecnologie che utilizzano una codifica dei dati di tipo digitale rispetto ad un altro tipo di codifica precedente, quella analogica. La definizione digital divide racchiude in sé complesse problematiche che coinvolgono tutti gli aspetti della vita di una comunità: economici, culturali, sociali.

Chi è escluso dal digitale appartiene spesso ad un ceto sociale svantaggiato e subisce gravi disuguaglianze sociali nell’accesso e nell’uso delle tecnologie. L’effetto di questa divisione è la discriminazione per l’uguaglianza dei diritti esercitabili online con l’avvento della società digitale, ecco perché il digital divide ha una doppia natura, socio-economico e culturale.

Storia del Digital Divide

Il termine Digital Divide comincia a circolare in America a partire dalla metà degli anni ’90 quando si diffonde l’idea di una nuova forma di disuguaglianza sociale causata dal mancato utilizzo di internet. Il 29 maggio 1996 Al Gore utilizzò per la prima volta l’espressione “digital divide” per indicare il gap esistente fra gli information haves e gli have nots nell’ambito del programma K-12 education.

Da allora l’evoluzione del divario digitale viene utilizzata tenendo conto delle numerose variabili che influenzano il libero accesso a internet, sia quelle socio-demografiche che quelle economiche e istituzionali. Ci sono due teorie, la prima è quella della progressiva eliminazione del divario informatico con il livellamento delle competenze digitali, la seconda è quella del crescente incremento delle disuguaglianze virtuali.

Il Digital Divide in Italia

In Italia la situazione è piuttosto altalenante. Secondo gli ultimi dati nel Bel Paese ci sono circa 10 milioni di persone che non usano internet. Secondo le stime dell’Ocse, in Italia circa il 26% della popolazione, tra i 16 e i 74 anni d’età, non ha mai navigato in rete e solamente il 24% dei cittadini sfrutta il web per accedere ai servizi pubblici.

Per di più, durante la fase d’isolamento sociale nella quale si trova l’Italia, è emerso maggiormente come su tutto il territorio sia presente un forte digital divide che, in alcuni casi, risulta limitante per le situazioni di smart working e tele-apprendimento necessarie in questi giorni.

La situazione in Piemonte

Ed in Piemonte? La situazione è in divenire, anche se arrivano notizie non positive per il Piano banda ultralarga in Piemonte. Il progetto è in forte ritardo e la nostra regione si ritrova in fondo alla classifica. Secondo quanto comunicato alla Regione, Anci e Uncem, da Infratel e Open Fiber, i lavori negli oltre 1.100 Comuni si completeranno solo nel 2023. Due anni di ritardo rispetto alla tabella di marcia annunciata nel 2017. Un quadro che preoccupa fortemente le Associazioni degli Enti locali, tra le prime a credere nel Piano ma anche le prime a denunciare errori, tempi troppo lunghi, complicazioni per gli Enti locali, eccessivi ritardi e mancanza di efficacia nel raggiungere le valli. Per ogni Comune sono previsti due progetti e due cantieri, uno per la fibra e un secondo per l’FWA, i sistemi wireless.

Intanto, per far fronte alla problematica a Torino è nato il progetto “TuttiConnessi”. La sfida è quella di dotare gli studenti che ne abbiamo necessità di un dispositivo (pc, tablet, smartphone) attraverso la rigenerazione di apparati informatici inutilizzati donati da privati cittadini e aziende.

Questo progetto indipendente è nato a Torino dalla collaborazione tra le associazioni torinesi SYX, Tékhné, Informatici Senza Frontiere e MuPIN - Museo Piemontese dell'informatica: un team multidisciplinare, necessario per gestire una situazione complessa che implica, in una prima fase, l’offerta dell’accesso ad hardware indispensabili per la formazione online, e che richiederà, successivamente, lo sviluppo di nuove competenze e di modalità didattiche.

Collegandosi al sito tutticonnessi.it è possibile accedere alle diverse aree dedicate a chiunque fosse intenzionato a donare un dispositivo: tutti possono sostenere il progetto attraverso la donazione di computer portatili, tablet o smartphone, di qualsiasi marca e tipologia, purché funzionanti e sufficientemente recenti. Il modello proposto è inoltre scalabile e replicabile anche in altre città che si sono già interessate all’iniziativa, e che trovano sul sito le indicazioni relative ai processi e all’operatività. Per ora il progetto è attivo solo su Torino ma gli ideatori garantiscono la sua replicabilità in tutta la penisola e già su Roma e Milano sono partite le prime collaborazioni.

Ovviamente la rete non è importante solo per la scuola, ma anche per tutte le altre attività come i giochi di casino online, prenotare una visita specialistica dal medico oppure visionare un referto online.




Richy Garino

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