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Attualità | 30 settembre 2020, 12:43

Rocchetta Belbo, comunità per minori nella bufera dopo la denuncia di un padre

La struttura terapeutica si è ora vista revocare la concessione dall’Asl Cn2. La proprietà si difende. L’assessore regionale al Welfare: "Doveroso pretendere standard massimi per bambini e ragazzi che già provengono da situazioni di forte disagio"

La struttura di Rocchetta Belbo (dal sito del gruppo Eidos Minori)

La struttura di Rocchetta Belbo (dal sito del gruppo Eidos Minori)

L’assessore regionale al Welfare Chiara Caucino torna a parlare della sua visione sulle strutture per i minori dopo che la trasmissione televisiva “Fuori dal coro” di Rete 4 ha trattato l’argomento con una serie di servizi, uno dei quali ha riguardato la situazione della comunità terapeutica "Dafne" di Rocchetta Belbo, al centro delle polemiche dopo la denuncia avanzata anche tramite un video pubblicato in rete dal padre di un giovane ospite proveniente da Gorizia, preoccupato le condizioni di salute del figlio ravvisate nel figlio 17enne a qualche mese dal ricovero.

Innanzitutto, sottolinea Caucino, "i minori che si trovano ad affrontare una fase più o meno lunga della loro vita all’interno di comunità debbono poter godere di standard elevatissimi. La loro permanenza deve essere caratterizzata da una condizione di benessere assoluto, in ambienti di qualità dove svolgere attività socializzanti ed educative adeguate e integrarsi nel tessuto sociale locale. E’ pertanto necessario che le istituzioni pretendano gli standard massimi per i bambini e i ragazzi che già provengono da situazioni di forte disagio".

Proprio in questa direzione, fa presente Caucino, "vanno le modifiche dei requisiti strutturali a cui gli uffici regionali stanno lavorando proprio su stimolo dell’assessore, in quanto non debbono più esistere luoghi isolati dal mondo: basta a sbarre a porte e finestre, basta immobili decrepiti, indecorosi e inadeguati. Occuparsi dei minori deve essere una vocazione, non un business. Al centro c’è il loro benessere, non il profitto. Se qualcuno ha inteso in modo diverso, non ha davvero capito".

L’assessore rimarca quindi che combatterà questa battaglia perché è persuasa che sia "moralmente giusta" e perché "il futuro di questi bambini e ragazzi deve stare massimamente a cuore alle istituzioni". "Non esistono minori – aggiunge – il cui futuro non conti, non esistono ragazzi per cui non valga la pena di battersi".

Rispetto al caso concreto sollevato dalla trasmissione, l’assessore specificando che la decisione di revoca della concessione alla struttura di proprietà del gruppo Sereni Orizzonti Spa di Udine – che intanto ha querelato il padre del giovane per diffamazione e annunciato ricorso rispetto allo stesso provvedimento, difendendo il proprio buon operato – è stata "assunta dal direttore generale dell’Asl Cn2, competente per territorio sulla base del verbale della Commissione di Vigilanza, convocata su impulso dell’assessore stesso, che evidentemente ha riscontrato elementi di criticità tali per cui il provvedimento è stato ritenuto necessario e opportuno".

"Come amministratore pubblico e come politico chiamato a legiferare e decidere quotidianamente"
, l’assessore conclude sostenendo che "è doveroso prendere coscienza della realtà attraverso l’osservazione diretta ed avere, proprio in tale modo, contezza di come si possa migliorare il quadro attuale".

Redazione

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