“Non è vero che la Francia si è dimenticata della valle Roya: abbiamo ricevuto aiuto, specie in personale e forza lavoro, da tutta la Costa sin dalla giornata di domenica e gli elicotteri hanno sorvolato la zona in continuazione portando aiuto all’intera comunità. Un segno e uno sforzo di solidarietà enorme da parte anche di tutti i paesini della valle e tra Francia e Italia, specie nel liberare i tratti di ferrovia congestionati dalle frane”.
Ha 26 anni ed è di Morozzo Giulia Fissore, infermiera al “Centro Ospedaliero Universitario” (CHU) di Nizza, in rue Jean Medicin di Tenda, la struttura che ha ospitato i pazienti evacuati dalla struttura del “Saint Lazare”.
Giorni complessi quelli vissuti da Giulia e dal resto dello staff del CHU, preda come tutte le comunità transfrontaliere della “tempesta Alex” del 2 e 3 ottobre scorso: “Uno scenario mai visto prima, per stessa ammissione dei miei colleghi più anziani – prosegue Giulia - . Quando abbiamo avuto notizia del crollo del primo ponte abbiamo capito che non si trattava solo di una pioggia più forte del normale e che non saremmo potuti tornare a casa”.
“Nella serata di venerdì abbiamo dovuto trovar posto a 75 pazienti creando dal nulla dei posti letto di fortuna, anche con l’aiuto dei residenti. Da sabato siamo senza acqua, la prendiamo e trasportiamo con i secchi, e senza sistemi informatici: abbiamo visto e vissuto contesti emotivamente molto forti, specie tra i colleghi di qui, che nelle ore più serie dell’emergenza erano davvero disperati”.
Il reparto SSR in cui lavora Giulia, in questi giorni, ha evacuato quasi tutti i propri ospiti per fare posto a quelli del “Saint Lazare”; oltre a seguire i pazienti, il personale del CHU ha dato una mano anche nell’assistenza agli sfollati. Lei e altri colleghi italiani – e materiali utili, visto che nessuna forza di soccorso può permettersi di realizzare viaggi a vuoto, in questo momento - verranno trasportati all’aeroporto di Nizza sabato mattina da un elicottero SAMU del pronto soccorso dell’ospedale nizzardo; da qui, torneranno finalmente a casa, e dalla prossima settimana dovrebbero poter raggiungere Tende in treno: “I vigili del fuoco della provincia di Cuneo avrebbero potuto portarci a casa già lunedì, ma abbiamo rifiutato per evitare di lasciare i pazienti senza assistenza”.
Per il futuro, nessuna certezza: la ricostruzione della strada prenderà, secondo quanto comunicato ai residenti di Tende, almeno due anni ma ancora non è stato sottoscritto alcun progetto.
“Per fortuna nessuno di noi ha riportato ferite o danni seri, e i momenti più duri sono stati proprio quelli dell’emergenza più stretta. Certo, in questi giorni, lo stress è stato tanto, ma abbiamo contribuito tutti con grande solidarietà: nella tragedia, ci siamo resi utili, e questo non può che renderci orgogliosi”.