In base all'articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica, sicurezza, lo scorso 20 ottobre l'ormnai ex questore di Cuneo Emanuele Ricifari ha sospeso per 30 giorni - il massimo - la licenza di un negozio di corso Giolitti gestito da un uomo del Bangladesh.
“Oltre i casi indicati dalla legge, il Questore può sospendere la licenza di un esercizio nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l'ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini. Qualora si ripetano i fatti che hanno determinata la sospensione, la licenza può essere revocata”.
Questo il testo dell'articolo e queste le motivazioni che hanno portato alla severa decisione che ha colpito un negozio di vendita di prodotti alimentari, teatro di diverbi, frequentato da persone pregiudicate e spesso motivo di chiamate dai residenti e di altrettanti interventi delle forze dell'ordine.
L'ultimo episodio risale a qualche giorno fa - una litigata violenta tra due uomini piuttosto su di giri - e ha portato alla misura disposta dal questore che, come estrema ratio, può decidere anche di applicare la revoca definitiva della licenza, qualora i fatti contestati si dovessero continuare a verificare.