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Economia | 25 ottobre 2020, 19:01

Giuliana Cirio (Confindustria): "Sul rinnovo del CCNL alimentare un democratico processo di contrattazione, tipico di un Paese rispettoso di tutti gli attori sociali"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata al nostro giornale dalla direttrice di Confindustria Cuneo Giuliana Cirio

Giuliana Cirio (Confindustria): "Sul rinnovo del CCNL alimentare un democratico processo di contrattazione, tipico di un Paese rispettoso di tutti gli attori sociali"

Gent.mo editore,

riscontriamo l’articolo pubblicato sulle vostre testate e riteniamo opportuno fare alcune precisazioni:

le trattative per il rinnovo del CCNL alimentare sono state oggetto di una profonda riflessione, in corso tutt’ora, che non può essere semplicisticamente ridotta al riconoscimento di aumenti contrattuali, la posta in oggetto va ben oltre e non vuole distinguere aziende buone da aziende meno buone.

Viviamo in un Paese in cui fortunatamente vige un solido e democratico sistema di relazioni industriali.

Il CCNL alimentare è il frutto del confronto tra le delegazioni Sindacali e le delegazioni Datoriali, nelle quali sono equamente rappresentate tutte le migliaia di aziende di piccola media e grande dimensione dell’intero territorio nazionale: l’accordo, pertanto, deve essere il frutto di mediazioni, non solo con la controparte, ma anche all’interno delle due delegazioni che si confrontano e fra le decine di rappresentanti che compongono ciascuna di esse.

Esistono inoltre una dozzina di delegazioni (dolciari, acque minerali, lattiero caseari, carni, ecc.), nelle quali le aziende rappresentano la propria posizione che viene discussa, vagliata e integrata da quelle degli altri componenti.

Perciò nella contrattazione si confrontano realtà profondamente diverse, per dimensione e settore di appartenenza, con contesti economici in cui operano estremamente variegati.

Il compito di Confindustria è di rappresentare tutti, facendo sintesi tra le differenti esigenze: per questo motivo nel 2018 è stato sottoscritto un Patto per la fabbrica con CGIL, CISL e UIL, in cui sono state fissate le condizioni per realizzare un sistema di relazioni industriali più efficace e partecipativo con l’obiettivo di contribuire fattivamente – attraverso le relazioni industriali e della contrattazione collettiva – alla crescita del Paese, al miglioramento della competitività attraverso l’incremento della produttività delle imprese, alla correlata crescita dei salari, alla creazione di posti di lavoro qualificati.

Tappe centrali di questo percorso sono state la definizione di regole sulla democrazia e misura della rappresentanza nonché dei principi per regolare assetti e contenuti della contrattazione.

Le criticità rilevate attualmente non sono legate al fatto che alcune Aziende abbiano deciso di aumentare gli stipendi ai propri lavoratori, poiché - in realtà - queste aziende stanno applicando accordi collettivi di settore siglati dalle rispettive delegazioni di categoria, per i quali Confindustria non ha posto veti, ma ha espresso un parere critico poichè disattendono contenuti del “Patto per la fabbrica” le cui regole sono state concordate solo due anni fa.

Il confronto interno al sistema, come correttamente esposto da Alberto Bertone, non vede veti incrociati o posizioni inconciliabili, ma semplicemente un serrato confronto di posizioni diverse che avviene seguendo le democratiche procedure di raffronto interne al sistema.

Questo denota un democratico processo di contrattazione, tipico di un Paese rispettoso di tutti gli attori sociali.
Un cordiale saluto.

Il direttore
Giuliana Cirio

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