Il virus dilaga, ma in maniera disomogenea nel Nord Itailia tra i diversi territori. E’ quanto emerge dall’analisi pubblicata oggi, sabato 31 ottobre, sul Fatto Quotidiano che calcola il tasso di incidenza del virus in base alla popolazione nelle ultime due settimane (dal 14 al 29 ottobre) ovvero da quando la curva epidemiologica è tornata a crescere a livelli preoccupanti, portandoci nella cosiddetta seconda ondata.
Nell’analisi di Alessandro Mantovani e Giorgio Sestili si evidenzia come tra le otto province più colpite, sette si trovano tra Lombardia, Piemonte, Liguria e Val d’Aosta.
E’ proprio la provincia ad Aosta a registrare il primato: qui nelle ultime settimane si contano 1.112 casi ogni 100mila abitanti. Seguono Monza e Brianza a (899), Milano a (858), Genova a (832), Varese (777).
Cuneo è la prima provincia piemontese per incidenza dei contagi rispetto agli abitanti nelle ultime due settimane con 653 casi. E’ la sesta provincia in Italia per incidenza della nuova ondata in rapporto alla popolazione.
Prima anche di Torino, subito dopo in questa classifica con 632 casi ogni 100mila abitanti. Seguono al settimo posto Prato (643), Viterbo al nono (623), al decimo Firenze (621).
Sempre riportando i dati dal quotidiano diretto da Marco Travaglio la media nazionale nello stesso periodo preso in esame è di 352 nuovi casi registrati ogni 100mila abitanti. Mentre i dati riportati dall’Ecdc di Stoccolma calcolano un’incidenza in media di 706 per la Francia, 509 per la Spagna, 437 per la Gran Bretagna. Il Belgio è il paese più colpito con 1.600, mentre la Germania è “solo” a 182.
“Naturalmente - si legge nell’analisi di Mantovani e Sestili - l’incidenza dice molto ma non tutto. I dati delle Province italiane risentono anche della più intensa attività diagnostica delle ultime settimane oltre che dalle condizioni della sanità regionale, dal tasso di occupazione dei posti letto negli ospedali e nelle terapie intensive, dal tempo che intercorre tra i sintomi e la diagnosi che si era ridotto e poi si è di nuovo allungato a anche se restiamo lontani dai livelli di marzo-aprile”.
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