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Attualità | 11 novembre 2020, 11:36

Seconda ondata pandemica, Paolo Manera (Confartigianato Mondovì): "Lavoratori e partite IVA in grave apprensione"

Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni del presidente degli artigiani monregalesi sul tema scuola-lavoro in questa nuova fase dell'emergenza sanitaria

Seconda ondata pandemica, Paolo Manera (Confartigianato Mondovì): "Lavoratori e partite IVA in grave apprensione"

Cresce il numero dei contagi e, inevitabilmente, la preoccupazione su come affrontare questa seconda ondata pandemica. 

Sulle tematiche scuola-lavoro, si è espresso il presidente di Confartigianato Mondovì, Paolo Manera, dopo aver raccolto le preoccupazioni e le domande della gente. 

“I lavoratori autonomi e le partite iva sono in apprensione e ormai aleggia un clima di terrore diffuso anche tra chi continua a portare i propri figli a scuola” – spiega Manera – “Poco alla volta, un po’ per panico un po’ per sintomi sospetti, le classi dalla prima elementare alla seconda media si stanno decimando e la stessa cosa sta accadendo nella scuola dell’infanzia. La domanda è: con che criteri si è tenuto aperto questo gruppo di classi scolastiche?”.

Con la crescita della curva pandemica e dei contagi il presidente degli artigiani monregalesi evidenzia: “Il problema grave è che chi lavora in generale, che sia autonomo, dipendente o in qual si voglia tipologia di lavoro il più delle volte deve rivolgersi alle fasce di età più avanzate per recupera i figli a scuola. Se non sono autonomi, sono infatti i nonni, categorie fragili e da proteggere, a occuparsi dei più piccoli”.  

“A questo punto – prosegue Manera - nasce il grande problema: se il contagio passa agli ultra sessantenni si rischia di scatenare nuovamente una strage. Possibile che il team di tecnici non sia riuscito a contemplare questa ipotesi negli scenari ipotizzati? È ovvio che sia primaria la necessità di lavorare ma è ormai quasi evidente che certe classi lavorative sono state lasciate aperte esclusivamente per utilizzarle come pile economiche da spremere in scadenze programmate”.

“Il contagio cresce e la domanda nasce spontanea: non sarebbe stato meglio chiudere per un periodo di almeno 15 giorni, quando si è nuovamente superato il 2 sull’indice di trasmissione, al fine di provare a salvare la fragile situazione economica almeno nel periodo natalizio?” – si chiede Manera che conclude -  “Non si vogliono avere pensieri sovversivi ma nasce il dubbio che questa maggioranza abbia un occhio di riguardo per certi grandi gruppi legati alla globalizzazione internazionale, forse per inesperienza lavorativa non hanno la contezza che la piccola medio impresa artigiana e il commercio sono lo zoccolo duro e produttivo del nostro paese. Speriamo che queste mie poche righe possano giungere agli orecchi di qualcuno che possa portare a riflessioni e a ragionamenti lontani dalla mera speculazione economica.”

redazione

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